Bonelli: «Io un romantico, le accuse di sessismo di Eleonora Evi mi devastano»
«A uno con la mia storia certe accuse lo ammazzano, lo devastano, lo distruggono». A parlare al Corriere della Sera è Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra dal 2022. Qualche giorno fa Eleonora Evi, sua collega di partito, ha abbandonato il gruppo accusandolo di sessismo e di “pinkwashing“. «Io sono uno a cui i clan di Ostia hanno bruciato casa nel 2001. Uno a cui nel 2016 hanno messo davanti alla porta un cuore e un fegato, col messaggio che i prossimi organi sarebbero stati i miei. Eppure, le cose che ho letto e sentito negli ultimi giorni, a uno col mio carattere, fanno persino più male», dichiara. «Ho letto che avremmo approfittato della sua maternità per isolarla. Quando è nata la bambina – racconta – sono andato io a Rovereto a cercare una ricamatrice che facesse a mano il fiocco rosa, quello che poi io stesso ho messo sul banco di Eleonora a Montecitorio».
«Quando la mandai dalla Meloni al posto mio fece scena muta»
Sulle accuse di aver oscurato o meno l’ascesa dell’onorevole Evi spiega: «Non c’è un diritto divino a
essere presenti in televisione o intervistati dai giornali. Uno la leadership dev’essere in grado di costruirsela, passo dopo passo». «Qualche mese fa, Meloni incontra i partiti di opposizione sul salario minimo. Mi telefona il sottosegretario Mantovano per invitarmi a Palazzo Chigi. Io chiamo Eleonora Evi
e le dico: “Vacci tu, io non vengo”. Sono uno che vuole oscurarla? Potevo andarci da solo, potevamo andarci assieme, è andata lei da sola. Finisce l’incontro, mi chiamano i giornalisti per chiedermi come fosse andata, li avverto che all’incontro col governo è andata Eleonora e non io. Che cosa scopro? Che in quel confronto con la presidente del Consiglio erano intervenuti Schlein, Calenda, Fratoianni, Magi, i 5 Stelle e che lei, invece, aveva fatto scena muta».