Sarà l’Azerbaigian a ospitare la Cop29: secondo anno di fila in un petro-Stato per la conferenza Onu sul clima
Sarà Baku, capitale dell’Azerbaijan, a ospitare l’edizione 2024 della Cop, la conferenza annuale dell’Onu sui cambiamenti climatici in corso proprio in questi giorni a Dubai, negli Emirati Arabi. L’annuncio è arrivato dopo mesi di stallo, in cui la Russia di Vladimir Putin ha esercitato il diritto di veto per bloccare la candidatura della Bulgaria, il primo Paese a offrirsi di ospitare la Cop29. Una situazione per certi versi inedita, dal momento che solitamente le sedi delle Cop vengono scelte con almeno un paio d’anni di anticipo. Lo scorso maggio, infatti, le Nazioni Unite hanno confermato la sede di Cop30, che si svolgerà nel 2025 a Belém, in Brasile. In base al meccanismo della rotazione tra aree, tocca a un Paese dell’Europa orientale ospitare il summit del 2024. La Bulgaria è stata la prima a candidarsi, ma il Cremlino si è opposto, sostenendo che «nessun Paese Ue sarebbe imparziale con la Russia». Secondo il ministro dell’Ambiente bulgaro, invece, il veto di Putin non sarebbe altro che «una rappresaglia per le posizioni sulla guerra in Ucraina».
La candidatura di Baku
A sbloccare l’impasse è stata la decisione di Bulgaria e Armenia di ritirare la propria candidatura, spianando la strada all’Azerbaijan. La scelta di Baku è stata appoggiata da tutti gli altri Paesi dell’area e ha bisogno ora soltanto di essere formalmente approvata dalla plenaria dei Paesi Cop. Nel mondo ambientalista (e non solo) comincia però a serpeggiare un certo malcontento. L’Azerbaijan, proprio come gli Emirati Arabi, è un «petro-Stato», nel senso che basa gran parte della propria economia sui combustibili fossili, i principali responsabili per la crisi climatica. Lo scorso anno, petrolio e gas hanno rappresentato il 90% delle esportazioni di Baku e tra i destinatari c’è anche l’Italia. Nel 2022, infatti, il nostro Paese ha importato il 15% del gas naturale proprio dall’Azerbaijan.
La proposta di Al Gore
Secondo diversi esponenti della comunità scientifica e del mondo ambientalista, concedere a Paesi che basano la propria economia sui combustibili fossili la possibilità di ospitare una Cop rischia di far perdere credibilità ed efficacia all’intero processo. Al summit in corso a Dubai, si è registrato un numero record di lobbisti legati al settore dell’Oil&Gas: 2.456, un numero quattro volte superiore rispetto alla conferenza di Glasgow dello scorso anno. A proporre una soluzione a questo problema è l’ex vicepresidente americano Al Gore, da sempre in prima linea sui temi climatici. In un’intervista a Bloomberg, Gore ha suggerito di cambiare il meccanismo con cui si sceglie il Paese ospitante delle Cop, superando il sistema dei diritti di veto e facendo sì che anche il segretario generale dell’Onu possa partecipare alle votazioni.
Foto di copertina: UNSPLASH/Lloyd Alozie
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