Chiara Ferragni verso il record di 40 milioni di incassi: anche nel 2023 però arrivano 150mila euro di aiuti di Stato
L’obiettivo è quota 40 milioni di euro, dopo avere superato i 33 alla fine del 2022. Le società del gruppo di Chiara Ferragni sono molto vicine alla meta in questo 2023, aspettando anche i risultati del primo punto di vendita monomarca aperto questo autunno a Roma nella centralissima via del Babuino dalla neonata società Fenice retail srl, che dovrà occuparsi della vendita al dettaglio dei prodotti che hanno per marchio nome e cognome della influencer. Nonostante i risultati in continua crescita e un utile delle società del gruppo di poco inferiore agli 11 milioni di euro, Ferragni però ancora quest’anno risulta sostenuta da finanziamenti pubblici ancora legati alle leggi post Covid, sia pure per una cifra più piccola che in passato: 150.792,53 euro.
Il nuovo gruppo ristrutturato
Sono tre le società principali del gruppo Ferragni. Due di queste – la Fenice srl e Tbs crew nel 2022 avevano entrambe raddoppiato il fatturato e più che raddoppiato gli utili incassati, continuando a crescere nel 2023. La terza – Sisterhood – che si occupava di consulenza nel campo pubblicitario, nella moda e nel marketing, aveva subito una forte contrazione nel giro di affari, con un fatturato sceso a 4,6 milioni di euro nel 2022 rispetto ai 15 milioni dell’anno precedente e con utili di 2,4 milioni di euro rispetto ai 7,2 registrati nel 2021. Gli amministratori della società motivavano la caduta del giro di affari con il «processo in atto di riorganizzazione delle società facenti capo al socio unico Chiara Ferragni, grazie a cui la società sta acquisendo sempre di più il ruolo di Holding societaria, come dimostrano l’acquisizione mediante conferimento di TBS Crew nell’anno 2021, la costituzione della società Ferragni Enterprise nel corso dell’anno 2022 e la recente acquisizione all’inizio dell’esercizio 2023, sempre mediante conferimento, delle quote di Chiara Ferragni in Fenice Srl».
Gli investimenti della Ferragni
La Ferragni enterprise è stata una delle ultime nate del gruppo: è una società semplice che ha come oggetto sociale la gestione del business immobiliare. Altri investimenti sono invece mobiliari: la Fenice srl, che a fine 2022 contava ancora su 3,3 milioni di euro di disponibilità liquide, ha investito poco più di mezzo milione di euro in fondi di investimento sottoscritti con Deutsche Bank. Stessa scelta compiuta da Sisterhood, che ha aggiunto un milione di euro al capitale di 1,5 milioni di euro già messo nel giugno 2020 in fondi comuni di investimento. Non ha immobilizzazioni finanziarie a fine 2022 invece Tbs crew, che però poteva contare su disponibilità liquide per oltre 9 milioni di euro che difficilmente saranno state ferme nell’anno in corso.
L’aiutino di Stato
Negli ultimi bilanci delle società del gruppo sono stati contabilizzati 1,67 milioni di euro in aiuti di Stato sulla base delle leggi sui ristori alle imprese in tempo di Covid. È accaduto per il gruppo Ferragni che è sempre stato in salute come per tutte le imprese italiane, che hanno ricevuto fondi in parte a esplicita richiesta in parte con automatismi indipendentemente dalle loro dimensioni e dai danni loro provocati dalla crisi. Ma gli aiuti sono proseguiti anche nel 2023, in parte in base alle antiche leggi post Covid in parte in base alla normativa europea sui finanziamenti de minimis. Secondo il registro nazionale degli aiuti di Stato la Fenice ha ricevuto quattro aiuti de minimis, di piccolo importo. Il 20 gennaio 2023 per 9 mila euro, poi il 30 marzo per 3.211,53 euro, il 14 aprile per 4 mila euro e il 19 aprile per 1.740 euro. La Tbs crew ha ricevuto una agevolazione Irap di 16.818 euro il 7 aprile scorso. Infine Sisterhood che quello stesso 7 aprile si è vista accreditare una agevolazione Irap di 116.023 euro.
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