Incendio all’ospedale di Tivoli, la disperazione di una volontaria: «Ho visto il terrore nei loro occhi. Abbiamo fatto tutti il possibile»
«Si potrebbero dire tante cose, infinite, ma a cosa servirebbe? Una grande disgrazia che non doveva accadere e che si poteva e doveva evitare». A parlare è Veronica Fortuna, una volontaria intervenuta nella notte all’ospedale di Tivoli San Giovanni Evangelista dove è scoppiato un incendio che ha ucciso quattro pazienti. E su cui la Procura ha aperto un’inchiesta. «Un ospedale dovrebbe offrire cure, serenità, assistenza, conforto. In 12 anni di volontariato e 32 di vita, purtroppo questa è stata una delle notti più tristi. Credetemi non è bello vedere gli occhi di un malato che trasmettono la pura paura di morire», scrive in un post sul suo profilo Facebook. «Paura che gli sale ancora di più quando ti vedono entrare nelle stanze buie con il casco in testa, il respiratore sulla bocca e la divisa antincendio addosso. Sentire persone che gridano, persone che pregano pensando che quella sia la loro ultima preghiera», prosegue nel suo sfogo.
«I parenti dei pazienti continuavano a chiamare»
«Telefoni dei pazienti che squillano perché i loro cari sono in estrema preoccupazione, cercare di rispondere a più chiamate possibili per dare un sospiro di sollievo a chi ha l’anima in pena per il proprio caro ricoverato. Pavimento e pareti che emanano calore…», aggiunge. Un vero e proprio caos da gestire su più fronti: «Non puoi farti prendere dallo sgomento perché hai interi reparti da svuotare, scendendo e salendo ripetutamente 4/5 piani a piedi, portando pazienti sui lenzuoli adibiti a barelle… Vedere medici e infermieri che cercano di mantenere ordine e signorile pazienza in mezzo al fumo nocivo che ha invaso corridoi e stanze». E conclude: «Abbiamo fatto tutti il possibile. Ci perdonino le anime di chi non siamo riusciti a raggiungere in tempo».