Le teorie del complotto sull’omicidio di Giulia Cecchettin e gli attacchi contro la sua famiglia
Sul caso di Giulia Cecchettin si è concentrata l’intera discussione sul femminicidio. La morte, l’omicidio, è lo stadio finale, la punta di un iceberg che nasconde sott’acqua una realtà più grande che riguarda la vita di ogni giorno di milioni di donne, dove la violenza morale e fisica nei loro confronti è un dato di fatto. L’alzata di scudi da parte dei misogini era scontata, infastiditi e probabilmente terrorizzati dal vedersi sottrarre una sorta di “potere” nei confronti delle donne. Non sono mancati anche i complottisti e negazionisti che si sono rivolti contro la famiglia della vittima accusandola di satanismo e non solo. C’è chi ha preso di mira anche il funerale, per il quale sono arrivati a sostenere che la bara fosse addirittura vuota. Non sono mancati gli attacchi al padre Gino per dei suoi vecchi interventi social, con l’obiettivo di screditarlo a seguito di una sua lettera che evidentemente non hanno affatto letto e compreso.
L’ossessione per il “satanico”
Non solo le accuse di satanismo alla sorella Elena, messa alla gogna per aver indossato una felpa di un sito di skateboard e perché ascolta generi musicali associati in maniera infondata al “demonio”. Viene diffusa l’idea di uno “strano disegno”, come nel post Telegram di Marcello Pamio, noto per alcune teorie del complotto (e non solo). Secondo il personaggio, ci sarebbe “qualcosa” «sotto la spettacolarizzazione dell’omicidio». E non ne avrebbe parlato perché «non volevo dare forza al progetto satanico». La narrazione di Pamio fa leva sulla decisione del ministro dell’Istruzione Valditara di nominare Paola Concia coordinatrice del progetto “Educare alle relazioni”. Quest’ultima viene definita «militante di primo piano del potente movimento LGBTQ+» con il compito di «deviare e castrare (genderizzazione, sessualizzazione anticipata, cancellazione dei valori, distribuzione della famiglia, ecc.) i vostri figli prima che diventino maturi» facendoli diventare «squilibrati e deviati».
Parliamo dello stesso Marcello Pamio che in un post del 2022 sosteneva che «Hollywood sta celebrando il cannibalismo» attraverso il film di Anthony Hopkins. Nel suo intervento cita una delle più grandi bufale complottiste alla base della setta QAnon: «Se ora vi sblocco il ricordo del PizzaGate? John D. Podesta, il potente consigliere di Hillary Clinton e l’esistenza all’interno del Deep State di un traffico di bambini per scopi satanici, sessuali e anche nutrizionali (adrenocromo), vi dice niente?».
Il”Gender” e la “pedofilia”
Oltre alle accuse di “satanismo”, c’è quella che vede l’intera vicenda della famiglia di Giulia Cecchettin come un “cavallo di Troia”. A riguardo, circola un post Telegram del giornalista pubblicista Davide Zedda, noto per la diffusione di diverse teorie del complotto. Quest’ultimo sostiene che ci sia una «malata e manipolata difesa delle donne» che nasconderebbe un fantomatico desiderio di «costruire una società senza più uomini e senza più donne, senza più padri e madri ma genitori 1 e 2». Insomma, secondo il giornalista sardo ci troveremmo davanti «ad un gigantesco inganno che ci vorrebbe tutti fluidi, senza identità sessuale ben definita» e al «tempo in cui si sdogana la pedofilia ed il satanismo».
«Contro l’uomo bianco etero» e a favore del “meticciato”
Oltre all’intervento di Zedda, circola anche lo screenshot di un tweet di Francesca Totolo condiviso da VoxNews, sito di disinformazione nato all’interno del forum dei suprematisti bianchi e antisemiti di Stormfront. Nel messaggio, ripreso dal titolare xenofobo di VoxNews, è il seguente: «Usare il corpo martoriato della povera #GiuliaCecchettin per mostrificare l’uomo anche durante il funerale. L’obiettivo è palese: il “maschio bianco, italiano ed etero” come nemico delle donne per spingere il meticciato».
Parliamo di Francesca Totolo, legata a CasaPound, che nel 2019 pubblicò queste parole in un post Facebook: «Quindi non permetto a nessuno di strumentalizzare il presunto stupro di #Viterbo per screditare CasaPound, soprattutto a chi non ne conosce le donne e gli uomini che sacrificano ogni istante del proprio tempo libero per un ideale». Nel 2021, la Cassazione confermò le condanne per i due ex membri di CasaPound (espulsi dopo l’arresto), i quali avevano violentato una donna nel pub dell’allora partito. Il gruppo, per contestare le accuse contro il “patriarcato”, ha recentemente diffuso dei manifesti dove indicano Turetta come un «uomo rieducato».
«La storia dell’omicidio di Giulia non sta in piedi»
Nei canali della disinformazione circola anche il post Telegram di Andrea Tossatto, altro personaggio noto negli ambienti. Nel suo intervento denuncia un fantomatico intento di «portare la propaganda gender nelle scuole». Lo fa con un paragone: «Proprio come ai tempi di Hitler quando i bimbi venivano indottrinati con le puttanate circa la supremazia della razza». Tosatto sostiene che «la storia dell’omicidio di Giulia non sta in piedi» e accusa che non sia stato pubblicato un «video che inchioderebbe Turetta». Poi si domanda come mai i «benzinai non lo hanno visto pieno di sangue».
Tosatto non si ferma, facendo degli strani riferimenti al fatturato dell’azienda del padre Gino Cecchettin che sarebbe raddoppiato dal 2021 al 2022: «Che dire: nel mezzo della bufera che lo ha travolto, è come se l’Universo se lo sentisse che Gino si sarebbe dovuto fermare per dedicarsi all’impegno civico. E gli ha mandato i soldi». Parliamo dello stesso complottista che in un suo post Facebook si riferì all’astronauta Samantha Cristoforetti con questo virgolettato (e non solo): «Il fatto che le abbiano sborrato nei capelli è del tutto irrilevante!».
Il negazionismo e le teorie sulla bara
Sulla scia di Tosatto, chi sostiene la negazione di quanto accaduto troverebbe interessante gli interventi di personaggi come Barbara Ballanzoni, nota per aver diffuso teorie infondate sui vaccini. In un suo tweet mette in dubbio la morte di Giulia Cecchettin, ponendo un punto di domanda tra parentesi e davanti alla parola «defunta», chiudendo con un «Chissà che c’era nella bara».
Non è l’unico caso, su Facebook circola un testo condiviso da utenti sostenitori di Donald Trump e della setta QAnon:
Il Satanismo:
Applaudire ad un Funerale
Anziché osservare, il “Religioso” Silenzio.
Noto poi un dettaglio:
La Bara e’ Molto Lunga, (scende le scalinate)
Strano per un corpo alto 1.64..
Mentre invece i Carabinieri salutano “militarmente”
Molto strano.. non si fanno ai funerali “civili”
Simili saluti Militari
Targa “800”
Significato di “accettare i cambiamenti” (in arrivo)
Ma le Masse Lobotimizzate presenti,
Non hanno rilevato tra zaffate di Emotività
Sulle quali i Demoni pasteggiano come noto,
Nemmeno tale lampante dettaglio
I social del padre Gino Cecchettin
Circolano diversi screenshot di post social attribuiti a Gino Cecchettin. Molti di questi, che risultano salvati su WebArchive, riportano interventi in ambito politico e sessuale che lo vedono accusato di non essere «un padre/marito modello». L’obiettivo è quello di screditarlo, in quanto non si è nascosto a soffrire in silenzio come molti vorrebbero. Lo fanno soprattutto a seguito della sua lettera che il Ministero dell’Istruzione e del Merito vuole diffondere nelle scuole, un testo dove Gino Cecchettin si rivolge anche a se stesso mettendosi in prima linea per «rompere il ciclo»:
Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere. Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali. Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto. A chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, a una sessualità libera da ogni possesso e all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro. Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
Leggi anche:
- Filippo Turetta e quei cinque incontri con gli psicologi. «Parlava di Giulia Cecchettin»
- Giulia Cecchettin, i messaggi Whatsapp di Filippo Turetta alla sorella Elena e l’accusa di stalking
- Femminicidio Giulia Cecchettin, Valditara alle scuole: «Organizzate momenti di riflessione sul significato del discorso del padre»