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Argentina, il giuramento di Milei da presidente. Riforme necessarie e shock inevitabile: «È l’ultimo sorso amaro»

10 Dicembre 2023 - 18:31 Massimo Ferraro
Javier Milei ha parlato davanti a migliaia di sostenitori e ospiti internazionali dalla scalinata del palazzo del Congresso a Buenos Aires

Javier Milei ha giurato come nuovo presidente dell’Argentina. Davanti alle telecamere e agli ospiti internazionali, tra i quali Volodymyr Zelensky, ha annunciato che intende affrontare immediatamente la crisi economica che attraversa il Paese, con riforme che avranno un impatto immediato sulla popolazione: «Non ci sono soldi, non c’è alternativa all’aggiustamento e non c’è alternativa allo shock». Già durante la campagna elettorale, l’ultraliberista che ha sconfitto alle elezioni Sergio Massa aveva fatto alcune promesse roboanti all’elettorato, le quali ora saranno al centro dell’attività politica del nuovo presidente. «Oggi inizia una nuova era di pace e prosperità, di crescita e sviluppo, di libertà e progresso», ha esordito Milei, ammettendo però che «per l’economia nel breve termine le cose peggioreranno, dovrò prendere tutte le decisioni che si renderanno necessarie». Il neo presidente ha puntato il dito contro la gestione dei suoi predecessori, spiegando di aver ricevuto «la peggior eredità fiscale della storia».

Le misure

Una situazione che impone tagli imponenti alla macchina dello Stato. «Il deficit è pari al 17 per cento del prodotto interno lordo, il 5 per cento legato al tesoro e il 10 per cento alla Banca centrale», ha spiegato, «occorre quindi fare una manovra fiscale nel settore pubblico per circa 5 punti di Pil. Una manovra che questa volta cadrà quasi interamente sullo Stato e non sul settore privato». Dalla scalinata del palazzo del Congresso a Buenos Aires, davanti a migliaia di sostenitori, ha rilanciato la proposta di mettere fine all’emissione di denaro, «l’unica causa teorica e scientificamente provata dell’inflazione». Una mossa che produce i suoi effetti con «un ritardo di 18-24 mesi», tempo di cui l’Argentina non dispone: «Aver emesso moneta per i 20 per cento del Pil non è stato a costo zero, continueremo a pagare i costi del disastro lasciato dal governo uscente». Ma ha assicurato: «Attraverseremo un periodo di stagflazione ma sarà l’ultimo sorso amaro che dovrà deglutire l’Argentina».

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