Danilo Coppola «è stato rilasciato», l’immobiliarista verso l’estradizione: «Perseguitato per nulla»
«È stato rilasciato ed è tornato libero» sabato 9 dicembre Danilo Coppola, arrestato la scorsa settimana ad Abu Dhabi su mandato d’arresto internazionale per una condannata definitiva per bancarotta. A confermarlo è l’avvocato Gaetano De Perna, secondo il quale le autorità locali hanno stabilito che «non è necessaria» la custodia cautelare per l’immobiliarista in attesa che venga estradato. A proposito delle accuse di fuga negli Emirati Arabi Uniti, De Perna ribadisce che la presenza di Coppola ad Abu Dhabi era nota: «Tutti sapevano che era là. Andavano a trovarlo i figli e gli amici, non è scappato e non scapperò». L’avvocato ora dice di attendere ancora la richiesta di estradizione del ministero della Giustizia e «quando eventualmente sarà fissata l’udienza per decidere se estradarlo o meno».
I processi
Sono due i processi a Milano a carico di Coppola. Uno per nuove ipotesi di bancarotta e un altro per tentata estorsione sul caso Prelios. «Continuano a perseguitarlo con processi fondati sul nulla, solo ipotesi», spiega l’avvocato De Perna. Da tempo sui social Coppola si dichiarava innocente in diversi video e si definiva vittima di errori giudiziari degli inquirenti milanesi e romani. Coppola, 56 anni, era stato arrestato in un centro commerciale ad Abu Dhabi, dove si sarebbe trovato pare per una «gita turistica». Da tempo l’ex protagonista della stagione dei «furbetti del quartierino» vive a Dubai. L’arresto era scattato su mandato internazionale dopo la condanna definitiva a sette anni del 1 luglio 2022 per tre diversi casi di bancarotta fraudolenta. Si tratta dei fallimenti del Gruppo immobilitare 2004, di Mib Prima sta e di Porta Vittoria spa. Quest’ultimo fallimento era stato dichiarato il 15 settembre 2016, lo stesso anno del primo arresto. Coppola era stato condannato in via definitiva a sette anni, con pena poi ridotta a sei anni, due mesi e 12 giorni, in base al tempo già trascorso tra detenzione in carcere e ai domiciliari. A quella pena erano stati aggiunti tre mesi per una condanna per diffamazione a Bergamo.