Elon Musk riabilita l’account di Alex Jones, il complottista che lucrò sulla strage di 20 bambini
«Il mio primogenito è morto tra le mie braccia. Ho sentito il suo ultimo battito cardiaco. Non ho pietà per chiunque utilizzi la morte di bambini per guadagno, politica o fama». Così Elon Musk aveva negato il ritorno su Twitter/X di Alex Jones, bandito dalla piattaforma nel 2018 per aver violato le regole della Community. Appena un anno dopo, attraverso un sondaggio privo di ogni controllo terzo che ne garantisca l’integrità del risultato, Elon Musk cambia idea e riabilita l’account del più grande complottista della storia americana che attraverso il media InfoWars aveva speculato sull’omicidio di venti bambini tra i 6 e 7 anni accanendosi contro le loro famiglie. Parliamo della strage di Sandy Hook, avvenuta il 14 dicembre 2012 a Newtown in Connecticut, raccontata a Open da uno dei genitori delle vittime, Lenny Pozner.
Problemi giudiziari e l’assalto a Capitol Hill
Alex Jones non aveva soltanto negato la strage. Obbligato a risarcire le famiglie delle vittime, molestate e minacciate di morte dai suoi seguaci convinti che fossero degli attori, dichiarò bancarotta al fine di non sborsare un centesimo. Per il complottista i guai non finiscono qui, infatti venne accusato di aver fomentato i rivoltosi durante l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 dove era presente a sostegno di Donald Trump.
Il problema antisemitismo
Per Elon Musk si potrebbe trattare di un ulteriore problema. Già nei guai finanziari per aver rilanciato una teoria complottista antisemita, boicottato da diverse big tech come Apple e Disney, ha di fatto riportato su Twitter/X colui che sulla propria piattaforma aveva ospitato antisemiti e negazionisti dell’olocausto come il rapper Kanye West e l’estremista di destra e suprematista bianco Nick Fuentes, anche questi sostenitori di Donald Trump. Ospitate che non dovrebbero sorprendere nessuno, dato che lo stesso Jones è noto per sostenere l’esistenza di una fantomatica «mafia ebraica» e per aver preso le difese degli estremisti di destra e suprematisti bianchi tirando in ballo presunti infiltrati «ebrei di sinistra» nelle loro manifestazioni con lo scopo di screditarli.
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