Roma, «urla animalesche» dei bambini al ristorante. Il titolare: «Clienti spaventati, abbiamo chiesto più educazione e ci hanno minacciati»
«Se un gestore non interviene e lascia fare rovinando la serata ai clienti, è complice del disastro: non siamo noi quelli che si girano dall’altra parte e fanno spallucce di fronte ai problemi». C’è un motivo se il titolare del ristorante giapponese di Bracciano che alcune sere fa ha affrontato una coppia di genitori che mangiavano nel suo ristorante ha raccontato il caso su Facebook. Ed è quello riassunto nelle due righe conclusive: il ristoratore ha il compito di garantire la serenità di tutti i clienti. E quando è il caso, con il dovuto garbo, intervenire per ristabilirla. La scena descritta sul profilo del Sushi Passion, locale giapponese nella località lacustre vicino Roma, non è purtroppo ignota a molti: bambini che urlano, sbattono e corrono rovinando la cena a tutti gli avventori. Ma quella del ristorante in questione non è una crociata contro i bambini, come quei locali che si fanno pubblicità annunciando di non accettarli come clienti. «Ben inteso che senza andare troppo indietro col tempo, venerdì il locale ha fatto mangiare due tavolate con figli piccoli senza alcun problema», si legge nel post, «stasera per la prima volta in 8 anni abbiamo dovuto dire a qualcuno che non sussistevano le condizioni per mangiare da noi».
La richiesta del gestore e le minacce
Qua il problema non sono i bambini – non lo sono mai -, «totalmente incolpevoli di quanto accaduto, in quanto la colpa è di chi non li educa». Ma ecco cosa è successo: «Ci prenotano un tavolo da 4 con due bambini, fino qui tutto normalissimo. Arrivano prima degli altri tavoli e da subito il tavolo viene devastato (in 5 minuti messo a soqquadro, menu scritti col pennarello etc.». Titolare e personale pazientano: è presto, il locale è vuoto, lasciano alla famiglia la libertà di non porre un freno alla “esuberanza” dei piccoli. Ma le cose non migliorano con il passare del tempo, tutt’altro. «Quello che non è andato proprio bene è che i due bambini abbiano cominciato incessantemente ad urlare in maniera animalesca, urla avvertite non solo all’esterno del locale ma due traverse prima», si legge. E così il personale è dovuto intervenire: «Siamo andati vicino alla famiglia chiedendo se questo fosse lo standard o se si sarebbe tornati presto ad un comportamento normale dato che stavano arrivando altre persone e di certo non potevamo cenare in un locale con quella situazione». Se qualcuno pensa che la famiglia si sia scusata, rimarrà deluso. «Ora in una situazione del genere ci si aspetta una risposta mortificata, delle scuse e delle soluzioni per risolvere il problema; invece no, la ragione era di questi signori e noi eravamo inospitali», prosegue il gestore.
Finché la situazione diventa insostenibile, arrecando un danno al locale: «Mentre arrivavano i clienti degli altri tavoli che rimanevano fuori dal locale impauriti dal tono delle urla, dentro sl locale ci prendevamo anche minacce per la nostra non ospitalità». Per questo il titolare del ristorante ha dovuto chiarire che non c’erano le condizioni per il proseguimento della loro cena: «Esistono dei limiti alla libertà personale che iniziano quando si prevarica la libertà altrui: rovinare la serata a tutti i clienti del ristorante perché non si è in grado di educare i propri figli a frequentare locali pubblici e comportarsi adeguatamente ne è l’esempio più lampante». Il posto, pubblicato il 3 dicembre scorso, nel frattempo è stato commentato quasi 800 volte e ha più di 2mila like: «Vorremmo vedere la faccia della famiglia protagonista dell’episodio nel leggere i vostri commenti, spero qualcuno glielo abbia segnalato», chiosa il ristoratore.
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