Torino, l’inchiesta sui carabinieri che catturarono Riina: «Intercettazioni abusive e trappole per manager»
Riccardo Ravera, 60 anni, era uno dei componenti del Crimor, il gruppo dei Ros dei carabinieri alle dipendenze del capitano Ultimo che il 15 gennaio 1993 arrestò Totò Riina. Il suo nome di battaglia era Arciere. Oggi è residente a Cantalupa Torinese. Dal 2012, in pensione, è diventato consulente di società di investigazione privata. O meglio, questa è la sua versione. Ma un’inchiesta della procura di Torino lo accusa di intercettazioni abusive e di trappole per screditare manager di grandi aziende. L’accusa precisa è di corruzione e associazione per delinquere finalizzata alle interferenze illecite nella vita privata di dirigenti di multinazionali come la Kerakoll. Oltre che di accesso abusivo a sistema informatico ed esercizio abusivo della professione.
L’indagine
La Stampa racconta le 15 pagine firmate dai pubblici ministeri Gianfranco Colace e Giovanni Caspani. Arciere, secondo i pm, è amministratore di fatto di due società di investigazioni intestate a terzi. Ed è il «promotore» di una serie di presunti spionaggi industriali e di tranelli per screditare manager. Ma Ravera avrebbe anche chiesto di annullare le multe per lo stewardaggio del concerto di Tiziano Ferro a Torino del luglio 2017. Ha anche trovato biglietti gratis per grandi eventi e ha fatto raccomandazioni ai vertici dei servizi segreti. Un altro indagato nell’inchiesta è Andrea Ramotti, già a.d. di Kerakoll. Insieme ai vertici dell’azienda, ovvero Emilia e Fabio Sghedoni. Remotti avrebbe commissionato a Ravera attraverso la Mr Security la registrazione di incontri e riunioni aziendali in violazione di legge. Quelli tenuti all’hotel Mh di Piacenza.
Professionista di situazioni imbarazzanti
L’obiettivo era quello di screditare Enrico Abbati, diretto concorrente di Ramotti per il posto di amministratore delegato. Per conseguirlo è stata contattata anche una «professionista capace di creare situazioni imbarazzanti». Pinuccio Calvi, anche lui ex Crimor con il soprannome di Vichingo, avrebbe presentato Ravera a Remotti. E per conto di quest’ultimo avrebbe effettuato alcuni accessi abusivi. Tra i 28 indagati in totale c’è anche un consulente della procura di Torino. E agli atti ci sono anche i tentativi di accesso ai dispositivi del tenente colonnello Luigi Isacchini e del brigadiere Mario Sechi, delegati all’indagine. Le difese fanno notare che 14 pronunce tra Riesame e Cassazione hanno annullato i provvedimenti nei confronti degli indagati. Arciere parla di pedinamenti regolari e giura di non aver mai usato escort per screditare nessuno.
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