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Il Foglio smentisce Giorgia Meloni: «Il fax che lei sventola in Aula fu inviato sei giorni prima delle dimissioni del governo Conte»

13 Dicembre 2023 - 23:25 Redazione
Basta ingrandire la foto, dove è ben visibile il numero di protocollo con la data: 2021-01-20. Molto prima della fine dell'era Conte a Chigi

Giorgia Meloni, prima alla Camera e poi al Senato, ha accusato Giuseppe Conte di aver firmato il nuovo trattato del Mes dando il suo assenso solo dopo le dimissioni. A prova la premier ha sventolato un fax firmato da Luigi Di Maio. «Ricordo – ha dichiarato Meloni – che l’unico mandato parlamentare sulla materia del Mes, nel 2019, impegnava il governo Conte a non ratificare la modifica del trattato». Conte ha dato «il suo assenso un giorno dopo essersi dimesso, senza mandato parlamentare, senza che ne avesse il potere, senza dirlo agli italiani». Peccato che, come sottolinea Luciano Capone su Il Foglio è proprio la data a smentire la numero uno di Palazzo Chigi. Quel fax è stato mandato sei giorni prima che Conte desse le dimissioni.

La data del fax mandato da Di Maio smentisce la premier

Conte ha dato le dimissioni il 26 gennaio. La riforma del Mes è stata firmata dall’Italia il giorno successivo, il 27 gennaio. Il ministro degli Esteri però ha inviato il messaggio all’ambasciatore presso l’Ue sei giorni prima che Conte desse le dimissioni. Basta ingrandire la foto, spiega Capone, dove è ben visibile il numero di protocollo con la data: 2021-01-20. Di Maio ha mandato il fax il 20 gennaio, alle 16:25, sei giorni prima della fine del Conte Bis. Ma non sarebbe l’unica svista della premier. «Non è vero, ad esempio, che non c’è stata un’approvazione parlamentare. È vero che il governo Conte formalmente firmò il trattato del Mes il giorno dopo le sue dimissioni avvenute il 26 gennaio 2021: ma l’ordine è stato inviato il 20 gennaio 2021, mentre il consenso politico dell’Italia era già stato dato l’11 dicembre 2020, dopo aver ricevuto il mandato dal Parlamento il 9 dicembre. Tutto alla luce del sole, senza il favore delle tenebre», ricorda Capone.

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