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Marina Berlusconi al veleno contro De Benedetti: «Ha invidiato mio padre per tutta la vita, taccia su Mediaset e impari a gestire un’azienda»

13 Dicembre 2023 - 16:27 Redazione
La durissima replica della prima figlia dell'ex premier all'Ingegnere: «Certo che non venderemo. Peccato che lui non ne abbia mai azzeccata una»

È letteralmente infuriata, Marina Berlusconi, per l’intervista data questa mattina data da Carlo De Benedetti al Foglio. Una lunga chiacchierata in cui l’Ingegnere ha demolito l’operazione fatta con Gedi da John Elkann – «un massacro incomprensibile» che finirà con la vendita di quel che resta di Stampa e Repubblica, secondo l’ex editore – ma in cui si è “permesso” di ficcare il naso anche in casa Mediaset. «Marina è innamorata di suo padre, ha sempre avuto una sorta di venerazione per lui. Sa benissimo che Mediaset è vecchia, che non reggerà la concorrenza delle grandi piattaforme internazionali come Netflix. Eppure non vende perché quella è la creatura di suo papà», il giudizio di De Benedetti sulle strategie della prima erede di Silvio Berlusconi. Che non sembra aver però affatto gradito le “previsioni” del rivale di una vita di suo padre. «Carlo De Benedetti dice due cose giuste, il che – rispetto al suo solito – mi pare già un record, visto che non ne ha mai azzeccata una, nell’impresa, così come in politica», scrive Marina in una lettera di fuoco inviata allo stesso quotidiano diretto da Claudio Cerasa. «È vero che Mediaset non è in vendita, ed è vero che sono innamorata di mio padre. Non potrebbe essere diversamente, per il grande papà e il grande uomo che è stato», conferma sul punto la presidente di Mondadori. Che dissente però su tutto il resto detto dall’Ingegnere, tanto nella forma quanto nella sostanza. «Peccato che tutto il resto sia completamente campato per aria: sono ormai cinquant’anni che De Benedetti si ripete come un disco rotto, denigrando Silvio Berlusconi, che oggi non può più nemmeno difendersi», s’infuria Marina.

L’ultima conversazione tra i rivali e il cruccio di una vita

Nell’intervista al Foglio, l’ex editore del Gruppo L’Espresso ricorda la sua ultima conversazione con il rivale di una vita, rivelando di aver parlato al telefono con Berlusconi appena due giorni prima della sua morte. Uno squarcio “romantico” al termine di una rivalità durata decenni che non commuove per nulla la figlia. Anzi. «Si permette di farneticare sul futuro di Mediaset e sui motivi per cui non abbiamo alcuna intenzione di metterla in vendita. Voglio rassicurarlo: ciò che ci guida nelle nostre scelte per le società del gruppo è innanzi tutto la loro solidità, le strategie chiare, le ottime prospettive per il futuro e il fatto che (a differenza di quelle dell’Ingegnere) sono molto ben gestite. Temo sia proprio questo l’intimo problema di De Benedetti. Mio padre ha saputo creare aziende da migliaia di posti di lavoro, che ogni anno garantiscono allo Stato un cospicuo gettito fiscale e generano utili per i loro azionisti». Diversamente da quanto, secondo Marina, ha fatto l’Ingegnere con quelle che ha gestito lui negli anni. «Che cosa ha costruito? A me pare che per lo più abbia distrutto, scaricando i suoi tanti fallimenti sulla comunità. Oppure proprio sul nostro gruppo, con l’assurdo risarcimento di quasi 500 milioni, che nel 2013 lo hanno letteralmente salvato. Per tutto questo vorrei tanto dargli un consiglio: “tra la poca vita che resta e il nulla che incombe” (come dice lui), cerchi almeno di parlare con un po’ più di rispetto delle nostre aziende, e magari prenda qualche tardivo appunto su come si gestisce un’impresa». Altro che pacificazione in punto di morte De Benedetti-Berlusconi, insomma. Per la presidente di Mondadori, «la verità resta quella di sempre: per gran parte della sua lunga esistenza, l’Ingegnere non ha fatto altro che invidiare mio padre. Lo si capisce, purtroppo, dal livore acido con cui ne parla perfino oggi, che non c’è più. Il suo cruccio, in verità, è che Silvio Berlusconi rappresenta tutto quello che lui avrebbe sempre voluto essere senza mai riuscirci, come imprenditore, come politico e come padre».

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