Processo Ciro Grillo, le domande alla ragazza che ha denunciato: «Come le sono stati tolti gli slip?». Il legale: «Interrogatorio da Medioevo»
Tante domande in una deposizione che il legale della vittima definisce a la Repubblica «da medioevo». Oggi al tribunale di Tempio Pausania è stata sentita la giovane accusatrice di Ciro Grillo (figlio di Beppe, fondatore del Movimento 5 stelle) e tre suoi amici liguri Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. L’avvocata Antonella Cuccureddu, del pool della difesa dei quattro, ha sottoposto delle domande alla ragazza italo-norvegese, che compare per la terza volta nel processo per violenza sessuale di gruppo. «Mi sono sentita una preda», ha detto la ragazza, che all’epoca dei fatti era 19enne, secondo quanto ha riferito il suo legale Dario Romano al termine dell’udienza, avvenuta a porte chiuse. Qualche momento di emozione ma stavolta, precisa Ansa, il racconto è proseguito senza interruzioni. In aula è attesa la proiezione dei tre spezzoni di video che immortalerebbero i fatti accaduti nella villetta della Costa Smeralda. Invece, sono stati mostrati foto e messaggi, mentre le sequenze di immagini registrate coi telefonini potrebbero essere proiettate domani. E su questo è già scontro tra avvocati. «Il testimone è a disposizione del tribunale. Ovviamente nel rispetto della sua persona. Sicuramente c’è una vittima che va rispettata», ha dichiarato l’avvocato Romano dello studio Bongiorno.
Le domande alla vittima: dalla mancata reazione al rapporto orale allo sfilamento degli slip
Oggi, riporta Repubblica, sono state poste delle domande specifiche: dai movimenti della vittima durante la violenza, alla sua mancata reazione durante il rapporto orale e a come «le sono stati tolti gli slip». Quest’ultima domanda posta dal presidente del collegio giudicante, Marco Contu. Che ha precisato: «Questo è un processo per violenza sessuale e mi interessa sapere come si sono svolti i fatti». «Poiché nel racconto della scorsa udienza non aveva specificato alcune cose, ho dovuto fare le stesse domande per poter formulare le contestazioni. E quindi, individuando pagina e riga di quello che la ragazza aveva risposto, ho fatto le contestazioni sui singoli momenti – ha spiegato ai cronisti l’avvocata Antonella Cuccureddu – Nei processi si ricostruiscono i fatti, e il fatto di cui discutiamo è di violenza sessuale. Non c’è niente di intimo in una violenza sessuale: è una violenza se è una violenza oppure è una cosa intima, o è l’una o è l’altra». Domani, dalle 10, riprenderà l’esame della ragazza.
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