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Sciopero dei mezzi, chi si fermerà il 15 dicembre e le fasce garantite

14 Dicembre 2023 - 20:15 Redazione
I lavoratori del settore incroceranno le braccia, ma per 4 ore invece che 24, dalle 9.00 alle 13.00

Nuova settimana, nuovo sciopero: anche domani, 15 dicembre, il trasporto pubblico locale subirà ritardi o sospensioni. Un’azione tuttavia mitigata con un’ordinanza del Ministero dei Trasporti, per presa di posizione di Matteo Salvini, secondo cui «a nove giorni dal Natale bloccare il Paese per 24 ore in tutta Italia significa il caos. Non si possono lasciare a piedi 20 milioni di italiani che usano i mezzi pubblici». E dunque i lavoratori del settore incroceranno le braccia, ma per 4 ore invece che 24, dalle 9.00 alle 13.00. Rimane tuttavia il rischio di importanti rallentamenti per i mezzi di superficie, nelle grandi città. Trenitalia, scrive il Corriere, ha fatto sapere che: «Dalle ore 00:00 alle ore 23:59 di venerdì 15 dicembre 2023 è indetto uno sciopero nazionale del trasporto pubblico locale al quale ha aderito il personale di SAD e Trentino Trasporti. I treni di SAD delle linee Bolzano-Trento, Bolzano-Merano, Brennero-Bolzano-Merano e Bolzano-Fortezza-San Candido, e i treni di Trentino Trasporti della linea Trento – Bassano del Grappa possono subire variazioni».

Usb: «Impugneremo la decisione»

Fa eccezione l’Unione sindacale di base Usb, che ha preannunciato la disobbedienza: in una nota ha spiegato che si tratta di «un atto politico dell’organizzazione sindacale», ritenuto «necessario per tentare di fermare l’ormai evidente attacco al diritto di sciopero». Ma che tuttavia non coinvolgerà i lavoratori, che rischierebbero sanzioni fino a 1000 euro: «Per il mancato rispetto dell’ordinanza delle autorità, l’articolo 9 della legge 146/90 prevede una sanzione amministrativa per le organizzazioni sindacali da 2.500 a 50.000 euro al giorno che viene decisa dal ministero», hanno spiegato. E proprio questa sanzione sarà la loro arma, dal momento che «potrà finalmente permetterci di impugnare le decisioni del ministro davanti a un Tribunale ordinario». Ma anche Cgil e Uil si oppongono al taglio delle ore, e hanno già depositato al Tar del Lazio il ricorso che impugna il provvedimento. La prima udienza è prevista per il prossimo maggio. E si aggiunge all’impugnazione da parte di Filt Cgil-e Uiltrasporti per una la prima precettazione nel settembre scorso.

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