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La sanità pubblica italiana funziona sempre peggio ed è sempre più privata. Così gli italiani scelgono l’assicurazione sanitaria ed evitano spese impreviste – Il video

Le attese infinite spingono a rivolgersi ai privati, che ormai coprono un quarto del mercato. Le assicurazioni assorbono la spesa ed evitano sorprese

Quasi due anni per una mammografia, 10 mesi per una visita dermatologica, 270 giorni per operarsi di ernia. Sono i tempi di attesa di alcune visite in Italia. Alle liste sono iscritte 2,5 milioni di persone. È diventata ormai prassi attendere mesi per una visita medica con il sistema sanitario nazionale, anche quando si hanno seri problemi di salute. Oggi, come ogni 12 dicembre si festeggia la Giornata Mondiale della Copertura Sanitaria Universale, istituita dalle Nazioni Unite con un’apposita Risoluzione nel 2012, ma la sanità italiana è in peggioramento costante. C’è una carenza di almeno 10 mila medici e 70 mila infermieri, anche a causa degli stipendi, nettamente minori di quelli degli altri grandi Paesi europei e degli Emirati, dove gli infermieri – che in Italia guadagnano circa 1.600 euro al mese di stipendio base – trovano paghe da 5 mila euro al mese, alloggio pagato, e generosi bonus. 

Perché bisogna aspettare così tanto per le visite

È del 5 dicembre l’ultimo sciopero di medici e infermieri e professionisti della sanità, che hanno protestato contro l’ultima manovra del governo Meloni, la quale «non tutela medici e cittadini» destinando al comparto appena 3 miliardi. Le richieste erano sei: assunzioni del personale, rinnovo congruo del contratto di lavoro, detassazione di una parte della retribuzione; ma anche depenalizzazione dell’atto medico, individuazione di un’area contrattuale autonoma per gli infermieri e, non da ultimo la cancellazione dei tagli alle pensioni.

La fuga dal pubblico al privato

Tutto ciò spinge gli italiani a rivolgersi alla sanità privata. A causa delle carenze del sistema nazionale, il 24,4% della spesa sanitaria degli italiani è ormai destinata al settore privato. Nel 2012 era il 20,7%. Si tratta di circa 41 miliardi, il 90% dei quali proviene ancora direttamente dalle tasche dei cittadini. Ovvero circa 570 euro pro capite l’anno spesi per ridurre i tempi. Sono almeno 1,7 milioni gli italiani che hanno affetti due o più patologie croniche. E sono sempre di più coloro che a causa dell’attesa eccessiva decidono di rinunciare del tutto alle cure. Proprio qui entra in gioco l’assicurazione sanitaria. A giugno 2023 sono il 9% gli italiani che hanno sottoscritto un’assicurazione sanitaria, ma quasi il 20% dei rimanenti sta pensando seriamente di adottare una polizza assicurativa.

La sicurezza di un’assicurazione sanitaria

Un’assicurazione sanitaria copre le visite necessarie a scoprire l’esistenza di una presunta malattia, gli esami e i check up e le cure relative a malattie e incidenti. In base a quello che si sceglie, ci sono diversi livelli di copertura. Si possono scegliere le strutture convenzionate, e in quel caso non servirà mettere mano al portafogli dopo aver sottoscritto la copertura. In caso di strutture non convenzionate, invece, solitamente è il paziente a dover pagare, ottenendo poi un rimborso dalla compagnia assicurativa. Avere un’assicurazione permette di dormire sonni più tranquilli, grazie alla consapevolezza che in caso di imprevisti non sarà necessario sborsare centinaia o migliaia di euro senza preavviso, mettendo in seria difficoltà l’equilibrio finanziario della famiglia. Nella speranza – ovviamente – che non sia mai necessario usarla per qualcosa di grave.

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