Vissani il cuoco rosso alla festa nera della Meloni: «Amico di tutti i politici. Non dei tecnici come Draghi» – Il video
Ad ascoltare Elon Musk ad Atreju c’era pure Gianfranco Vissani, ristoratore umbro che in passato era il cuoco preferito da Massimo D’Alema. Un cuoco rosso alla festa nera di Giorgia Meloni, dove è stato invitato per intervenire in un dibattito sul cibo italiano con il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Vissani si è presentato secondo sua tradizione con sciarpa e scarpe rosse, quasi una provocazione in quell’ambiente. «Mi devo togliere la sciarpa?», chiede Vissani al cronista di Open. Poi si siede nel salottino-tenda di attesa degli ospiti della manifestazione e ci tiene a dire di «essere sempre amico di tutti i politici. Il cibo non ha bandiere o colori politici». Però non con tutti i politici è stato tenero in questi anni. Tanto da essere diventato il portavoce dei ristoratori quando al governo c’era Mario Draghi, che accusava di non avere ripagato i danni subiti dal suo settore con la pandemia. «Io ho dovuto chiudere quasi tre anni», si lamenta il cuoco rosso, «e Draghi mi proponeva in tutto un contributo di 1.500 euro da scalare dalle tasse…». Vissani ce l’ha un po’ con i tecnici, cui preferisce i politici di professione. «Vedi che non hanno funzionato i direttori di banca come Carlo Azeglio Ciampi, Mario Monti e lo stesso Draghi? Quelli al massimo sanno dirti che due più due fa quattro…». Nessuno dei tre citati in realtà ha mai svolto l’onorevolissima professione di «direttore di banca». È una licenza culinaria che si è preso il cuoco rosso…
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