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«Non affitto agli africani, voglio la casa pulita», la risposta razzista alla 24enne (italiana) che voleva avvicinarsi al lavoro

17 Dicembre 2023 - 14:30 Redazione
Il racconto di Mouna Bour: «Cerco casa da tre mesi ma non trovo nulla nonostante abbia un contratto a tempo indeterminato»

«Non affitto il mio appartamento agli africani». Non poteva crederci la 24enne Mouna Bour, cittadina italiana nata a Modena da genitori marocchini, quando ha visto la mail di risposta di una proprietaria di casa a cui aveva chiesto informazioni per un affitto. La giovane, incredula di quanto accaduto, ha diffuso questa replica sui social. Mouna è un’architetta e da circa tre mesi sta tentando di trovare casa a Reggio Emilia così da poter avvicinarsi allo studio presso cui lavora. Una ricerca lunga e a ostacoli finché non ha trovato una casa che le sembrava potesse essere la scelta giusta. Bour ha così deciso di scrivere alla proprietaria per chiederle se l’appartamento, situato in centro a Reggio, fosse ancora libero e quali fosse i costi di deposito cauzionale. Ma alla giovane architetta non le è mai arrivata alcuna risposta utile. Bensì solo una replica razzista: «Non affitto il mio appartamento agli africani, esigo che l’appartamento sia pulito e soprattutto il pagamento regolare dell’affitto».

Il racconto della 24enne

Che per le persone straniere sia più complesso trovare casa è ormai casa nota, come testimoniano i tanti casi di cronaca simili a quelli della 24enne. E lei stessa conferma che molti dei suoi colleghi di origine straniera hanno riscontrato questo problema. «Sono tre mesi che cerco casa per provare ad avvicinarmi al lavoro, ma non ho ancora trovato nulla, nonostante abbia un contratto a tempo indeterminato», lamenta l’architetta a La Gazzetta di Modena. «Le battute e i commenti me li faccio scivolare addosso, ma questa cosa mi ha fatto riflettere. Vorrei sentirmi a casa, perché è qui che sono nata e cresciuta, non abituarmi a sentirmi discriminata. Faccio parte di una seconda generazione, ma ci saranno terze, quarte e quinte generazioni», conclude.

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