Questo video su Telethon e la sperimentazione animale su dei cani è fuorviante
Nell’articolo precedente ci siamo occupati di alcune condivisioni Facebook riguardanti un manifesto contro la sperimentazione animale, ovvero una fase della ricerca scientifica sulle cure mediche, dove si accostava la fondazione Telethon (associazione che sostiene da decenni la ricerca contro le malattie genetiche rare), con immagini fuori contesto di presunte torture agli animali. La stessa organizzazione animalista che fece circolare il manifesto diffonde anche un filmato (per esempio qui e qui), con immagini rese pubbliche nel 2016 ma risalenti al 2013, dove si mostrano dei cani in gabbia che appaiono in cattive condizioni. Anche in questo caso si tratta di immagini decontestualizzate.
Come vedremo infatti, quei cani erano già tutti nati con una patologia simile a quella che colpisce gli umani, oggetto dello studio: distrofia muscolare di Duchenne. Non è la prima volta che la ricerca scientifica viene presa di mira da gruppi animalisti. Pensiamo a quando alcuni di questi individui deturparono la sede della Fondazione tre anni fa; capita che vengano presi di mira anche ricercatori e persino veterinari, attraverso attacchi online e minacce fisiche.
Per chi ha fretta:
- Un gruppo di animalisti fa circolare un video su Facebook dove invita a non aiutare Telethon a finanziare la ricerca, associandola a immagini di cani che «vengono fatti ammalare» per la ricerca.
- In realtà gli animali in oggetto sono nati già malati.
- La stessa associazione di animalisti che diffonde il filmato ha fatto circolare un manifesto rivelatosi fuori contesto con degli animali che sembrano venire torturati in laboratorio.
- Le immagini in oggetto riguardano una ricerca su una malattia genetica rara condotta in Francia autorizzata dagli enti competenti.
- La questione del «dolore» viene esclusa dai ricercatori, i quali spiegano che «pregiudicherebbe anche la qualità dei risultati». Gli animali vengono quindi «medicati quando c’è potenziale sofferenza e soppressi se necessario».
- Nell’Unione europea come negli Stati Uniti la sperimentazione animale è normata a tutela degli stessi animali.
Analisi
Il seguente testo contro la sperimentazione animale che accompagna il filmato, prende di mira la consueta maratona natalizia di raccolta fondi di Telethon nelle reti Rai:
È iniziata la Maratona Telethon sulle reti #RAI. Vuoi vedere un esempio di esperimenti sugli #animali (#cani) finanziati da #Telethon? Eccolo, nel sito ufficiale LAV si legge: «Beagle e Golden Retriever vengono fatti ammalare per simulare distrofia muscolare paralizzante, compresa la sua forma più acuta, la distrofia muscolare di Duchenne, oggetto di studi finanziati anche in Italia dalla stessa raccolta fondi.»
Esperimenti come questi sono stati finanziati dalla Telethon francese (AFM-Téléthon). Il video, realizzato con telecamere nascoste, riguarda la Scuola Nazionale di Veterinaria Alfort in Francia, dove i cani sono appositamente allevati per sviluppare invalidanti e dolorosi deterioramenti muscolari e debolezza.
«Nel filmato si può vedere un cane con il muso ricoperto di vomito perché i suoi muscoli dell’esofago sono divenuti troppo deboli per permettergli di deglutire correttamente. La bava gocciola dalla bocca dei cani i cui muscoli della mascella sono quasi paralizzati. Secondo quanto riferito, alcuni muscoli degli animali sottoposti agli esperimenti sono completamente bloccati ancora prima che raggiungano i 6 mesi di età, e la metà di questi animali muore prima di raggiungere i 10 mesi. Alcuni non possono più mangiare normalmente e devono essere alimentati attraverso un tubo nello stomaco. Coloro che sopravvivono abbastanza a lungo sviluppano problemi cardiaci».
«Decenni di dolorosi esperimenti su generazioni di cani debilitati, che di proposito sono stati fatti ammalare, NON sono riusciti a PRODURRE una cura o un trattamento che possa invertire il corso della distrofia muscolare negli esseri umani», dice Dr Julia Baines, consigliere PETA per la politica scientifica.
Nel video un funzionario di laboratorio ammette che il laboratorio potrebbe perdere quei finanziamenti se il pubblico dovesse vedere le condizioni dei cani: «Non c’è dubbio che se gli mostrassimo i nostri cani miopatici, rischierebbero di PERDERE MOLTI SOLDI».
Mentre la distrofia muscolare devasta i loro corpi, gli animali fanno fatica a camminare, deglutire e anche respirare. Un dipendente ha ammesso: «Io non vorrei essere al posto del beagle. Una reale sofferenza, quella del cane».
È questo che vuoi finanziare con i tuoi soldi donando a Telethon? Naturalmente sei libero di destinare la tua donazione in totale autonomia a chi ritieni più opportuno ma è doveroso almeno informarsi su quello che finanzi con i tuoi soldi, non credi?
Cosa proveresti se esperimenti simili venissero eseguiti sul TUO fedele amico a quattro zampe? Il solo pensiero è insopportabile vero? Pensi forse che la sua vita valga di più di quella degli altri animali solamente perché è il TUO animale?
Non pensi che sarebbe meglio sostenere la ricerca scientifica che NON fa soffrire gli animali?
Scegliere di NON sostenere la sperimentazione animale, attraverso le proprie donazioni, è molto importante perché si tratta di un’azione concreta che può mandare un forte segnale alle associazioni che la finanziano. In questo modo si potrebbe aiutare la ricerca con metodi alternativi che NON sperimenta sugli animali.
La nostra intenzione NON è recare danno alle associazioni bensì diffondere la consapevolezza nelle persone, per aiutarle a comprendere che la sperimentazione animale NON è l’unica forma di ricerca esistente. Esistono le RICERCHE ALTERNATIVE! Noi NON finanziamo la sperimentazione animale, un tipo di ricerca crudele e ottocentesca!
Lo stesso testo circola accompagnato da un manifesto realizzato mostrando alcuni frame del medesimo filmato:
Quei cani erano nati già malati
Questo è un ulteriore approfondimento del paragrafo su Telethon, la ricerca scientifica e la sperimentazione animale, che potete recuperare nell’articolo precedente.
Partiamo dall’inizio del testo condiviso:
È iniziata la Maratona Telethon sulle reti #RAI. Vuoi vedere un esempio di esperimenti sugli #animali (#cani) finanziati da #Telethon? Eccolo, nel sito ufficiale LAV si legge: «Beagle e Golden Retriever vengono fatti ammalare per simulare distrofia muscolare paralizzante, compresa la sua forma più acuta, la distrofia muscolare di Duchenne, oggetto di studi finanziati anche in Italia dalla stessa raccolta fondi.»
Esperimenti come questi sono stati finanziati dalla Telethon francese (AFM-Téléthon). Il video, realizzato con telecamere nascoste, riguarda la Scuola Nazionale di Veterinaria Alfort in Francia, dove i cani sono appositamente allevati per sviluppare invalidanti e dolorosi deterioramenti muscolari e debolezza.
L’articolo del sito Web della LAV da cui è tratta la citazione risale al 2016. Riguarda – come riportano gli stessi autori della condivisione in oggetto -, la Telethon francese. La fonte è l’associazione animalista con sede negli Stati Uniti, PETA. Parliamo di sperimentazione animale condotta dai ricercatori della Scuola Nazionale Veterinaria di Alfort, volta a studiare una malattia rara nota come distrofia muscolare di Duchenne.
La regolamentazione
Il montaggio delle clip sui cani coinvolti nella sperimentazione animale nell’istituto di Alfort, restituisce un’immagine corretta? Sono state violate le norme vigenti in Europa? Secondo la Telethon francese PETA avrebbe «sbagliato bersaglio». Il direttore scientifico della Fondazione francese Serge Braun, ha sottolineato infatti che «questi esperimenti sono ovviamente molto controllati. Ogni progetto deve ottenere l’autorizzazione delle autorità e l’approvazione di un comitato etico».
Esistono infatti delle norme che devono valutare se i trattamenti sono «strettamente necessari e non possono essere sostituiti da altri metodi sperimentali che non comportino l’uso di animali vivi in grado di fornire lo stesso livello di informazioni». Non ci risulta effettivamente, che PETA abbia dimostrato una reale violazione delle leggi e di quanto già autorizzato dai comitati etici competenti.
Gli animalisti si sono limitati piuttosto a lamentare una scarsa trasparenza. Ma come abbiamo spiegato, è impossibile sviluppare farmaci e terapie senza la sperimentazione animale. Christophe Degueurce, direttore generale dell’Istituto di ricerca ha sottolineato che «il dolore è vietato in quanto […] pregiudicherebbe anche la qualità dei risultati». Gli animali vengono quindi «medicati quando c’è potenziale sofferenza e soppressi se necessario».
Alexandre Méjat, membro della direzione scientifica della Telethon francese ha spiegato inoltre, che PETA ha diffuso una ricostruzione imprecisa:
I primi cani utilizzati erano nati affetti da questa malattia – spiega Méjat -, per questo motivo presentano debolezza alla mascella e all’intero sistema muscolare. […] La mutazione è apparsa spontaneamente ed è simile alla distrofia muscolare di Duchenne sviluppata dall’uomo. Successivamente, per riproduzione naturale, sono nati nuovi cuccioli affetti da questa malattia. Il loro numero è estremamente limitato. Di solito si tratta di una decina di individui per un prodotto di terapia genica testato.
Secondo PETA «I cani sono allevati per questi esperimenti, hanno contratto questa malattia deliberatamente per poter essere usati come cavie». Questa però è una accusa imprecisa. «Si tratta di cani nati con miopatia spontanea – spiega Degueurce in una intervista per Radio France -, che vengono poi selezionati per la riproduzione.” Nascono in allevamenti specifici, dove buona parte di loro non sviluppa la patologia. «Il 25% nasce miopatico, il restante 75%, sano, va in famiglie affidatarie».
Cos’è la distrofia muscolare di Duchenne
Dopo un copia-incolla di descrizioni delle presunte condizioni dei cani mostrati nel filmato, gli autori del post in oggetto chiedono ai lettori se è questo che vorrebbero finanziare:
È questo che vuoi finanziare con i tuoi soldi donando a Telethon? Naturalmente sei libero di destinare la tua donazione in totale autonomia a chi ritieni più opportuno ma è doveroso almeno informarsi su quello che finanzi con i tuoi soldi, non credi?
Per capire se la sperimentazione animale è controbilanciata dalla gravità della malattia per la cui ricerca vengono chieste le donazioni, dobbiamo spiegare di che patologia stiamo parlando, visto che nelle condivisioni in oggetto questo aspetto non viene approfondito.
La distrofia muscolare di Duchenne (Dmd) – come riporta la fondazione Telethon -, è una malattia genetica rara che porta alla «degenerazione del tessuto muscolare e quindi alla progressiva perdita di forza e riduzione delle abilità motorie». I bambini cominciano ad avere i primi sintomi tra i 2 e i 6 anni. I genitori saranno quindi informati del fatto che i loro figli non avranno una grande aspettativa di vita.
La malattia progredisce causando grave scoliosi – continua Telethon -, perdita della deambulazione entro i 12 anni, quindi perdita della funzione degli arti superiori. Anche i muscoli respiratori e il cuore sono coinvolti e sono proprio le complicanze cardiache e respiratorie a ridurre l’aspettativa di vita di questi pazienti. In alcuni casi ci può essere un deficit cognitivo, di entità molto variabile. […] Attualmente sono in corso di sperimentazione diversi approcci terapeutici, tra cui la terapia genica con vettori che trasportano geni codificanti per versioni ridotte della distrofina (microdistrofina e minidistrofina), la terapia cellulare oltre ad altri approcci di exon-skipping e a diversi trattamenti farmacologici.
E se lo facessero al tuo animale domestico?
La narrazione prosegue dunque rivolgendosi alla pancia dei potenziali lettori, ovvero, i possessori di animali domestici, come quelli coinvolti nella sperimentazione animale.
Cosa proveresti se esperimenti simili venissero eseguiti sul TUO fedele amico a quattro zampe? Il solo pensiero è insopportabile vero? Pensi forse che la sua vita valga di più di quella degli altri animali solamente perché è il TUO animale?
Non pensi che sarebbe meglio sostenere la ricerca scientifica che NON fa soffrire gli animali?
Scegliere di NON sostenere la sperimentazione animale, attraverso le proprie donazioni, è molto importante perché si tratta di un’azione concreta che può mandare un forte segnale alle associazioni che la finanziano. In questo modo si potrebbe aiutare la ricerca con metodi alternativi che NON sperimenta sugli animali.
Vediamo se questo discorso si tiene in piedi attraverso una reductio ad absurdum. Cosa succederebbe se improvvisamente tutti i farmaci, le terapie e i progetti di ricerca in corso venissero vietati qualora prevedessero la sperimentazione animale come premessa necessaria? Praticamente nessuno potrebbe curarsi. Allora, sempre per assurdo, potremmo chiedere «ti piacerebbe che tua madre non venisse curata per non far soffrire gli animali»? Evidentemente non è possibile ragionare con rigore scientifico affidandoci alle emozioni. Può piacere o meno, ma la sperimentazione animale al momento è un necessario e imprescindibile passaggio prima di arrivare alle fasi della ricerca clinica:
Dal momento che il primo passo nella ricerca scientifica per farmaci e terapie è la sperimentazione pre-clinica, parliamo quindi di sperimentazione animale e prima ancora in vitro. Come spiegavamo in un precedente articolo è impossibile trovare cure efficaci e sicure senza passare prima per la sperimentazione pre-clinica. Chiaramente gli studi in vitro o in silico (modelli computerizzati) non bastano. Solo dopo questa tappa, se tutto va bene, si arriva alle tre fasi della sperimentazione clinica.
L’unica alternativa alla sperimentazione animale sarebbe quella di sperimentare direttamente sulle persone, con scenari che in Europa non si vedevano dai tempi del regime nazista. Nel sito della fondazione Veronesi trovate un elenco delle importanti scoperte dovute alla sperimentazione animale, che permettono ancora oggi di salvare tante vite umane. Anche gli animali non umani, come quelli da compagnia che portiamo dal veterinario, ne beneficiano, come illustra la biologia molecolare Anna Romano nel suo articolo per Scienza in rete.
Per approfondire su necessità e tutela degli animali nella ricerca scientifica
Riportiamo infine quanto ricordavamo riguardo alle norme bioetiche a tutela degli animali vigenti nei Paesi dell’Unione europea, che gli istituti di ricerca devono osservare se vogliono continuare a ricevere finanziamenti:
Per approfondire le condizioni di tutela in cui si trovano gli animali coinvolti nella ricerca negli istituti di ricerca dell’Unione europea segnaliamo la nostra intervista al neuroscienziato Marco Tamietto. Qui invece trovate un approfondimento sulle principali bufale riguardanti la sperimentazione animale. Come spiegavamo in un articolo pubblicato in occasione dei 30 anni di attività, la Telethon italiana è un punto di riferimento per il sostegno di ricerche d’eccellenza riguardo a cure e terapie contro malattie molto rare, che altrimenti troverebbero difficilmente dei finanziamenti. Pensiamo per esempio ai bambini affetti da malattie genetiche rare, come quella che ha colpito la piccola Indi Gregory. Certe situazioni non si possono risolvere solo con colture cellulari e simulazioni al computer. I ricercatori devono comunque rispettare quando trattano gli animali (per esempio la vivisezione è vietata in Europa, ai sensi della Direttiva europea 2010/63; D.LGS 2014/26), consigliamo di leggere la nostra inchiesta sul progetto Light-Up.
Conclusioni
Anche in questo caso, come nelle condivisioni analizzate nel precedente articolo, siamo di fronte a immagini decontestualizzate di animali che sembrano recare sofferenze dovute alla sperimentazione animale, dove si accusa la Telethon francese di finanziare ricerche in cui si utilizzano animali tenuti in pessime condizioni. Abbiamo visto che le cose stanno diversamente: quei cani erano già nati con una patologia simile alla distrofia muscolare di Duchenne, una malattia genetica rara che colpisce i bambini fin dai primi anni di età.
Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.
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