Goldman Sachs, l’uscita dalla partnership con Apple sulle carte di credito costa caro: «Dovrà svalutare la sua quota»
Goldman Sachs potrebbe essere costretta a svalutare sensibilmente la sua partecipazione nel settore delle carte di credito con Apple per riuscire a fare un passo indietro. A fine novembre erano uscite le indiscrezioni sulla fine del sodalizio nato ad agosto 2019 tra la banca d’investimenti di Wall Street e la big tech californiana. Secondo il Financial Times, sarebbe stata la banca a chiedere di uscire perché in perdita ed Apple ha formulato una proposta per rescindere il contratto attuale entro 12-15 mesi. Ma la banca deve trovare un altro partner che prenda in carico i servizi attualmente offerti. Di offerte, rivela Reuters, non ne sono pervenute. Almeno non al prezzo richiesto da Goldman Sachs per liberarsi della sua quota e uscire definitivamente dalla partnership. L’offerta, così come è stata presentata dalla banca d’affari, non ha convinto i potenziali acquirenti ed è possibile che ora sia necessario renderla più attraente per attirare i compratori. Reuters aggiunge che i nuovi partner potrebbero chiedere anche ad Apple delle modifiche al contratto, come l’accesso ai dati dei proprietari delle carte di credito. L’agenzia di stampa britannica suggerisce quelli che potrebbero essere i più interessati, Synchrony Financial, Citigroup e Capital One. «L’atteso scioglimento della partnership Apple-Goldman è un altro duro colpo per la strategia del Ceo David Solomon», spiega Reuters, «che mirava ad ampliare le entrate della banca oltre i suoi tradizionali pilastri del trading e dell’investment banking». Le perdite hanno però innervosito gli investitori e dopo quattro anni è arrivata la marcia indietro. Per ora, tutti gli attori coinvolti hanno preferito non rilasciare dichiarazioni.