Reinhold Messner: «Sto benissimo ma l’idea della morte non mi pesa»
«Io sto benissimo, ma non ho paura di morire: a 79 anni sono però consapevole che anche la prospettiva della mia vita diventa ogni giorno più breve». Dopo il post sui social media in cui diceva «sto arrivando alla fine», Reinhold Messner precisa qual era il significato delle sue parole. «In queste ore ho capito che molte persone hanno un problema con la morte. Di qui l’allarme scatenato dalle mie parole, che si limitano a prendere atto che per gli esseri umani il tempo passa». L’alpinista ed esploratore risponde oggi alle domande di Repubblica da Bangalore, dove si trova insieme alla moglie Diane Schumacher. «Voglio tranquillizzare tutti. Sto benissimo e passerò ai piedi dell’Himalaya gli ultimi giorni dell’anno. D’altra parte alla mia età è giusto anche dire pubblicamente che il tempo trascorso e l’idea della morte non mi pesano».
Il traguardo degli Ottanta
«Al contrario considero il loro rapporto come l’occasione per una grande avventura», conclude con Giampaolo Visetti. L’anno prossimo compirà ottant’anni. «E non voglio preoccupare nessuno. Fisicamente sono in forma, cammino e arrampico dietro a mio figlio, viaggio, scrivo e penso a nuovi film. Non sono però così sciocco da non accorgermi che non mi resta molto tempo per le mie passioni e per stare con le persone che amo. La morte in questo senso è per me un dato di fatto e sono felice di potermi guardare indietro per constatare di aver vissuto una vita meravigliosa. Grazie a questo posso affrontare con tranquillità i miei prossimi dieci anni: come per tutti, anche per me possono essere gli ultimi». Adesso è impegnato nel suo ultimo tour mondiale: una serie di conferenze in cui racconta la sua vita.
…e quello degli Ottomila
Un percorso intrapreso dopo il tentativo di cancellare il suo record degli Ottomila. Il fratello Hubert, medico in pensione, conferma: . «Tranquilli, Reinhold oggi non ha problemi di salute. Finalmente si gode la vita: può guardare al passato lucidamente e senza ansie, ragionare sul futuro libero da paure e da sfide estreme. Proprio per questo condividiamo da tempo le riflessioni sul tema della morte, un tabù che in pubblico continua a resistere. Ne parlo nel mio ultimo libro, ne scrive lui specie nei suoi due testi più recenti. La morte ha accompagnato la nostre vite, per noi riferirsi a lei è normale».