In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
ESTERIGiovaniOmicidiPoliziaRepubblica CecaRussiaSocial mediaSparatorieTelegramUniversità

L’annuncio su Telegram, le stragi in Russia, il padre: cosa sappiamo dell’autore della sparatoria a Praga

21 Dicembre 2023 - 18:13 Ygnazia Cigna
Si chiama David Kozak ed era uno studente dell'università di 24 anni

Prima l’omicidio del padre in mattinata, poi la sparatoria alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Carolina di Praga. Così David Kozak, studente ceco di 24 anni e presunto assalitore della strage, ha portato a termine la sua carneficina oggi 21 dicembre, uccidendo almeno 15 persone e ferendone 24. A riferirlo è la polizia della capitale della Repubblica Ceca. La Cnn, citando il capo della polizia, fa sapere che il killer aveva il porto d’armi e diverse armi. Mentre la struttura è stata evacuata, anche l’assalitore è morto e il suo corpo è stato trovato all’università di Praga. Non è ancora stato confermato se si sia suicidato o se sia stato ucciso dalle autorità. Nel corso della strage, gli studenti dell’ateneo hanno tentato di fuggire in ogni modo. In particolare, un gruppo è uscito dalle finestre e si è rifugiato sul cornicione dell’edificio, come testimoniano alcuni video. Stando alle immagine diffuse sui social, sarebbe entrato nell’ateneo con un’arma pesante, a volto scoperto e vestito interamente di nero. Intanto, in una chat Telegram spuntano alcuni messaggi deliranti che vengono attribuiti all’assalitore.

Il presunto annuncio Telegram

L’attentatore avrebbe aperto un canale Telegram lo scorso 9 dicembre annunciando in russo che si stava preparando a compiere una sparatoria in una scuola. «Mi presento, mi chiamo David. Voglio fare una sparatoria a scuola e possibilmente suicidarmi. Sono stato ispirato da Alina Afanaskina», si legge in uno di questi messaggi, il cui canale ora è stato cancellato. La polizia sta indagando nel tentativo di accertare che il profilo appartenga realmente al killer della strage. «Ho sempre desiderato uccidere, pensavo che in futuro sarei diventato un maniaco. Poi, quando Ilnaz ha sparato, ho capito che era molto più redditizio fare omicidi di massa piuttosto che seriali. Mi sono seduto.. ho aspettato.. ho sognato.. volevo.. ma Alina è diventata l’ultimo punto. Era come se fosse venuta in mio aiuto dal cielo nel momento giusto», prosegue nel messaggio Telegram.

Le stragi in Russia

Kozak, infatti, avrebbe fatto tratto “ispirazione” sia ad Alina Afanaskina – una studentessa di 14 anni che lo scorso 7 dicembre è entrata in una scuola russa e ha prima ucciso uno studente, ne ha feriti altri 5, e poi si è suicidata – sia a Ilnaz Galyaiev, autore 19enne di una strage all’interno della sua scuola a Kazan, sempre in Russia, nel maggio 2021.

Gli intenti suicidi

Seguono poi, nei giorni successivi al 9 dicembre, una serie di altri messaggi con deliri paranoici. «Tutti mi odiavano, mi odiano e continueranno a odiarmi. Non me ne frega un cazzo perché è reciproco», è uno di questi. Poi gli intenti suicidi: «Bevo il tè e vorrei spararmi». Infine, l’ultimo messaggio del 19 dicembre: «Ho un ronzio nelle orecchie… come una specie di fottute lucciole. Vorrei strapparmi le orecchie».

Il racconto dei testimoni

All’università il terrore, in città e nel Paese lo shock. «Ci siamo chiusi in biblioteca e ci siamo nascosti sotto il tavolo. Siamo rimasti tutti zitti e abbiamo scritto alle nostre famiglie, alla polizia», rivela uno dei testimoni, spiegando che la direzione dell’università ha mandato una mail a tutti nel corso della strage indicando come muoversi e dove barricarsi. «In quel momento ero sul tram. Il conduttore ci ha detto di scendere perché il tram non poteva andare avanti. Sono sceso e ho attraversato il ponte a piedi, ero a 200 metri dal luogo della sparatoria. Ho iniziato a sentire due o tre spari e, mentre mi allontanavo, ho sentito un altro sparo», racconta Luca, 19 anni, studente italo-ceco. «Ho iniziato a sentire due o tre spari, e mentre mi allontanavo ho sentito un altro sparo. All’inizio non avevo molto connesso, pensavo fossero petardi natalizi», chiosa. Flavio Rosario Glauco Mela, docente a Italianistica, fa sapere che ha contattato i tre studenti italiani del suo corso e fortunatamente non avevano lezione. La polizia ceca ha annunciato alle ambasciate straniere che è in corso la verifica delle l’identità delle vittime.

Leggi anche:

Articoli di ESTERI più letti