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Israele ha sganciato centinaia di bombe da 900 kg su Gaza. L’analisi della Cnn: «Non si vedeva dai tempi del Vietnam»

22 Dicembre 2023 - 11:46 Alessandra Mancini
Si tratta di ordigni quattro volte più pesanti di quelle che gli Usa hanno sganciato sull’Isis a Mosul, in Iraq: l'inchiesta dell'emittente americana sul primo mese di conflitto

Sono centinaia le bombe da 907 kg sganciate da Israele nel primo mese della sua offensiva a Gaza, dopo l’operazione di Hamas del 7 ottobre scorso. Molti di questi ordigni sono in grado di uccidere o ferire persone a più di 300 metri di distanza, rivela l’analisi della Cnn e della società di intelligence artificiale Synthetaic. I circa 500 crateri da impatto, visionati dalle immagini satellitari, sono larghi 12 metri di diametro. Dimensioni coerenti con le esplosioni, sottolineano gli esperti, che questo tipo di arma produrrebbe. Si tratta di bombe quattro volte più pensati di quelle più grandi che gli Stati Uniti hanno sganciato sull’Isis a Mosul, in Iraq. Il prezzo in termini di vite civili è però sproporzionato, soprattutto in un’area dove la popolazione stimata è di 1,8 milioni di persone e la densità abitativa della Striscia è pari a circa 5mila abitanti per chilometro quadrato. «Ci vorranno decenni prima che le comunità si riprendano», ha sottolineato John Chappell, difensore e membro legale di Civic, un gruppo con sede a Washington concentrato sulla minimizzazione dei danni alle popolazioni durante i conflitti. 

Secondo i vertici militari di Israele questo tipo di ordigno sarebbe indispensabile per colpire i rifugi, passaggi sotterranei, tunnel che Hamas utilizza per trasferire finanziamenti e armi: «L’Israel Defence Force rispetta il diritto internazionale (che vieta i bombardamenti indiscriminati, ndr) e prende precauzioni per mitigare i danni nei confronti dei civili», è la dichiarazione resa dall’Idf all’emittente Usa. Un ex analista dell’intelligence della difesa statunitense ed ex investigatore, specializzato in crimini di guerra, delle Nazioni Unite ha specificato come l’intensità del primo mese di bombardamenti di Israele a Gaza «non si vedeva dai tempi del Vietnam» e nemmeno «in entrambe le guerre in Iraq». Eppure, per gli esperti anche gli Stati Uniti «sono complici»: la maggior parte delle armi viene infatti fabbricata nel Paese a stelle e strisce. Non è tuttavia raro che Israele ricorra a questo tipo di bombe. Da un’inchiesta del New York Times di inizio novembre era emerso come Israele avesse sganciato due bombe di simile entità sul campo profughi di Jabalia, il più popoloso della Striscia di Gaza. In quell’occasione l’Alto commissario delle Nazioni Unite aveva condannato «gli attacchi sproporzionati» e avanzato l’ipotesi di accusa contro Israele per «crimini di guerra».

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