Perché la sentenza sulla SuperLega può aprire le porte del calcio europeo agli arabi
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha sancito il monopolio e i conflitti d’interesse di Uefa e Fifa. Ma la decisione non costituisce un automatico ok alla SuperLega. La sentenza stabilisce soltanto che gli organi del calcio non possono essere insieme i regolatori, gli organizzatori e gli autorizzatori. Il governo del calcio, è il senso della decisione, si trova in una situazione di abuso di posizione dominante. Uefa e Fifa non possono vietare la nascita di nuove competizioni. Ma non è detto che alla fine sia A22 Sports Management a organizzare la Champions League del futuro. Anzi, Bernd Reichart potrebbe in teoria aver preparato il terreno per qualcun altro. Ovvero per le leghe europee, che potrebbero decidere di mettersi in proprio. Oppure per gli arabi, che hanno la forza economica per scendere in campo e vincere eventuali gare.
Cosa dicono davvero i giudici europei
A spiegare cosa significa davvero la sentenza della Corte è oggi su Repubblica Francesco Anglani, avvocato dello studio Bonelli Erede ed esperto di Diritto Ue in concorrenza e antitrust. ««La Corte non esclude in radice il diritto di Uefa e Fifa di autorizzare la partecipazione dei club loro associati a competizioni alternative. Centralizzare in capo a degli enti come Fifa e Uefa la funzione di regolazione e controllo del mondo del calcio può infatti essere utile a tutelare alcuni principi di diritto sportivo. Ciò tuttavia non può tradursi in un mero arbitrio. Ed è pertanto necessario che l’eventuale diniego sia giustificato da ragioni obiettive, trasparenti e non discriminatorie». Ma non legittima formalmente la creazione della SuperLega: «La sentenza della Corte scaturisce da una richiesta di rinvio pregiudiziale formulata dal Tribunale di Madrid nell’ambito di un contenzioso promosso dalla SuperLega e dunque si limita a fornire i principi di diritto europeo cui il giudice spagnolo dovrà attenersi. Spetterà quindi al Tribunale di Madrid la decisione finale sulla legittimità dell’operato di Fifa e Uefa anche se la strada sembra tracciata».
Alternativa alla Champions League
La proposta della SuperLega costituisce in ogni caso un’alternativa alla Champions League, non ai campionati nazionali. Oggi il sistema delle Coppe europee garantisce alla Uefa entrate per 3,5 miliardi di euro. Il 78% viene ridistribuito a club che partecipano. Con il resto Ceferin sostiene le federazioni minori, avendo poi da queste un ritorno derivato dal controllo politico. La Uefa ora si troverà a doversi spogliare di uno dei ruoli che la Corte ha definito in conflitto d’interessi. E quindi organizzare per esempio un bando di gara europeo per la prossima Champions League. A quel punto però tutti potrebbero partecipare. E non è detto che a vincere sia A22.
Gli arabi e le federazioni
A quel punto gli arabi potrebbero proporre una competizione aperta alle loro squadre e a quelle europee, per esempio. Oppure le Leghe europee, magari sotto l’egida dell’Uefa, potrebbero portare la loro proposta. Per quanto riguarda le federazioni, invece, la Figc potrebbe escludere le squadre che aderiscono al nuovo progetto. Anche se qui, secondo i promotori della SuperLega, una decisione del genere andrebbe a cozzare con la sentenza.
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