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Nonostante fughe e tradimenti, la Lega dimezzerà i suoi a Strasburgo. Meloni raddoppierà, problemi per Pd e Forza Italia, non per il M5s

24 Dicembre 2023 - 07:21 Franco Bechis
In vista delle elezioni europee di giugno 2024, i partiti devono fare i conti con i sondaggi, i seggi a disposizione e le ambizioni personali dei propri candidati

Mentre i partiti cominciano già a sondare possibili candidati-spot per le elezioni europee che si terranno all’inizio di giugno 2024, non sono pochi i leader politici che devono fare qualche conto anche con gli uscenti visto che in gran parte non potranno essere ricandidati. Dal 2019 ad oggi a dire il vero c’è già stato un piccolo tsunami fra gli eletti e quindi qualcuno si è messo fuori lista da sé. Sono nate dalla gran fuga cinque diverse mini formazioni a Strasburgo, che non avevano un simbolo elettorale il giorno in cui gli eletti sono stati proclamati.

La gran fuga di questi anni gran favore a Giuseppe Conte

Il Movimento 5 stelle ad esempio aveva ottenuto 14 seggi, ma 8 degli eletti si sono accasati in altro modo e anche fra i sei rimasti c’è chi è molto critico con Giuseppe Conte & Co. (come Fabio Massimo Castaldo). Tre sono finiti in una sorta di gruppo misto che si chiama Italia indipendente (Dino Giarrusso, Piernicola Piedicini e Marco Zullo), una si è accasata con Giorgia Meloni (Chiara Gemma), una in Forza Italia (Isabella Adinolfi), uno nel Pd (Daniele Rondinelli) e due nei Verdi che non esistevano (Ignazio Corrao e Rosa D’Amato). Secondo i sondaggi di fine anno il M5s dovrebbe riconquistare i seggi che ebbe all’inizio nel 2019: 13 o 14 a seconda dei decimali. Saranno comunque più del doppio degli uscenti, e problemi a fare le candidature non ci saranno.

Salvini nei guai: ne ha persi 7, ma ha il doppio dei seggi che avrà

La Lega è entrata in europarlamento sulle ali del boom di Matteo Salvini. Ottenne il 34,2% dei voti e 29 seggi. Ne ha conservati però solo 22. Tre sono infatti trasmigrati in Forza Italia (Francesco Peppucci, Lucia Vuolo e Stefano Zambelli). Uno è volato da Meloni (Vincenzo Sofo). Altri si sono smarcati verso gruppi indipendenti e perfino una passionaria anti euro come Francesca Donato si è convertita andando a rappresentare con la sua maglia niente meno che la Dc di Totò Cuffaro. Secondo i sondaggi oggi Salvini non potrebbe ottenere più di 8-9 seggi, meno della metà di quelli che ha ancora conservato. E ha un grosso problema a spiegarlo agli uscenti, che in queste condizioni sono colpiti al cuore ogni volta che sentono sussurrare i nomi di nuovi arruolati come il generale Roberto Vannacci. Ambiscono alla ri-elezione, per quanto impossibile, molti degli uscenti che contano nella Lega. E anche quelli più noti come Susanna Ceccardi, Angelo Ciocca, Gianna Gancia (consorte di Roberto Calderoli), Angelo Maria Rinaldi, e Silvia Sardone per citarne solo qualcuno.

Forza Italia ha fatto incetta di transfughi, e ora li ha sul groppone

Qualche bel problema ha Forza Italia che durante la legislatura è passata da 7 a 11 eurodeputati, perdendone uno che è andato in Fratelli di Italia e guadagnandone però 5: tre dalla Lega, una dal M5s e una – clamorosa – dal Pd: Caterina Chinnici. Secondo i sondaggi il partito di Antonio Tajani avrà fra 6 e 7 seggi: uno o due più dei transfughi che si attendono di essere premiati. Ma anche in questo caso fra gli azzurri originari non mancano nomi di peso come Lara Comi, Alessandra Mussolini, Fulvio Martusciello, Aldo Patriciello e Massimiliano Salini. A qualcuno bisognerà dire di no.

Per Meloni strada in discesa: potrà imbarcare anche esterni

Ha ovviamente meno problemi degli altri Fratelli di Italia. Entrati con 6 seggi, oggi ne hanno 9 avendone conquistati tre da altri gruppi. Però i sondaggi assegnano a Meloni e ai suoi fra 24 e 25 seggi, quindi gli uscenti rischiano davvero poco e non è escluso che le liste possano consentirsi il lusso di portare a bordo perfino qualche alleato indipendente (come quelli della formazione di Maurizio Lupi). Fra gli uscenti i due nomi più di peso sono comunque quelli di Carlo Fidanza e di Nicola Procaccini, che in passato fu anche portavoce di Meloni. Due fedelissimi destinati alla ricandidatura a meno che non scelgano altre strade (ma oggi di posti a disposizione non ce ne sono moltissimi).

Per Schlein stessi seggi, ma troppi notabili da ricandidare

Qualche problema invece avrà Elly Schlein, che secondo le indiscrezioni da settimane sta contattando possibili candidati simbolo da inserire in lista. Il Pd entrò nel 2019 con 19 seggi. In tre se ne sono andati; Giuliano Pisapia (Italia indipendente), Nicola Danti (Italia Viva) e Giuseppe Ferrandino (Azione). Ne restano 16, più o meno quanti i seggi che i sondaggi attuali indicherebbero. Ma i nomi di peso che vorrebbero tornare a Strasburgo non sono pochi. Da Alessandra Moretti a Pina Picierno, da Brando Benifei a Irene Tinagli ed Elisabetta Gualmini. Ci sono vecchi leoni a cui bisognerà dire no per fare spazio a nuove leve, ma anche loro pesano: Mercedes Bresso, Massimiliano Smeriglio, Patrizia Toia e Paolo De Castro. Sicuramente fuori anche Andrea Cozzolino coinvolto nel Qatargate, e probabilmente fuori anche il medico di Lampedusa, Piero Bartolo che dovrà lasciare il posto ad altri candidati-bandiera.

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