Taxi volanti per collegare gli aeroporti al centro città: come funzionano i velivoli che arriveranno anche a Roma e Milano
C’è chi dice che il settore tecnicamente ancora non esiste, ma già promette di rivoluzionare la mobilità. Si tratta degli eVTOL, un acronimo che sta per Electric vertical take-off and landing aircrafts, aerei elettrici a decollo e atterraggio verticale. Più volgarmente, si parla anche di «aerotaxi» o «taxi volanti» e tra non molto potrebbero comparire anche in Italia. Sia a Roma che a Milano sono in corso progetti per collegare il centro delle città con i principali scali aeroportuali. Per la capitale, si parla addirittura della fine del 2024, giusto in tempo per il Giubileo dell’anno successivo. Per il capoluogo lombardo, invece, l’obiettivo è inaugurare i primi voli in tempo per le Olimpiadi invernali del 2026. Al di là degli annunci roboanti, finora di concreto c’è ben poco. E il motivo è presto detto: questi velivoli non hanno ancora ottenuto la certificazione per volare e non è chiaro quando il via libera arriverà.
In attesa della certificazione
La decisione (almeno per quanto riguarda l’Italia e gli altri Paesi Ue) spetta all’Agenzia europea per la sicurezza aerea, che con ogni probabilità potrebbe rilasciare le prime certificazioni già dal prossimo anno. Si partirà, spiegano alcuni addetti del settore, dai velivoli sub-scale, per poi passare a quelli monoposto e, gradualmente, a mezzi sempre più capienti e in grado di coprire distanze maggiori. L’obiettivo di queste certificazioni è arrivare a un livello di sicurezza che sia comparabile a quello dell’aviazione civile. In particolare, sono tre gli ambiti su cui si deve intervenire. Il primo riguarda la certificazione vera e propria dei velivoli, che dovranno soddisfare una serie di requisiti di sicurezza. Il secondo riguarda le caratteristiche dei vertiporti, ossia delle infrastrutture per il decollo e l’atterraggio. Infine, si dovranno stabilire le regole sul funzionamento dello spazio aereo, che non sarà né quello riservato agli aerei né agli elicotteri.
Come funzionano i «taxi volanti»
Il settore degli eVTOL sta ancora muovendo i primi passi, ma a livello internazionale ha già attratto investimenti per circa 7-8 miliardi di dollari. Tra i principali vantaggi offerti dai nuovi velivoli elettrici – una sorta di incrocio tra un elicottero e un grande drone – c’è sicuramente la riduzione delle emissioni inquinanti. Gli eVTOL sono alimentati infatti unicamente da energia elettrica. Ogni velivolo è dotato di un pacco batterie ricaricabili, che può essere sostituito ai vertiporti al termine di ogni volo. L’altra grande differenza, rispetto agli elicotteri, riguarda l’inquinamento acustico. Non essendo dotati di un’unica grande elica, gli eVTOL sono più silenziosi e di conseguenza più compatibili con i contesti urbani. Lo scorso ottobre, la Cina è diventato il primo Paese al mondo a certificare la commercializzazione di un velivolo elettrico a decollo e atterraggio verticale. Per quanto riguarda l’Europa, tutti gli occhi sono puntati su Parigi, che punta a effettuare i primi voli sperimentali già nel 2024, sfruttando la visibilità delle Olimpiadi estive.
La corsa di Roma per anticipare il Giubileo
In Italia, è Roma la città che ambisce a inaugurare il primo servizio di aerotaxi. L’obiettivo di UrbanV – la società fondata da Aeroporti di Roma, Aeroporto di Bologna, Save e Aeroports de la Cote d’Azur – è di «portare la mobilità aerea avanzata in Italia già entro la fine del prossimo anno». I nuovi aerotaxi, spiegano da UrbanV, permetterebbero ai cittadini di spostarsi «dall’aeroporto al centro città, e viceversa, in 10-15 minuti». All’aeroporto di Fiumicino è già presente un’area di test, che si trova all’interno del primo prototipo italiano di vertiporto. «A Roma – fanno sapere dalla società – stiamo immaginando non solo una tratta ma un’intera rete di vertiporti che consentirà di connettere tanti punti non solo all’interno della città, ma anche nelle zone limitrofe». In un primo momento, gli aerotaxi potranno trasportare un solo passeggero a tratta. Nel corso dei due anni successivi, precisa UrbanV, si passerà a velivoli per 3 o 4 passeggeri, mentre nel prossimo decennio ci si può aspettare l’arrivo di velivoli a guida completamente autonoma.
Milano e la «vetrina» delle Olimpiadi
A Milano, sarà Sea, società partecipata dal comune di Milano che gestisce gli aeroporti di Malpensa e Linate, ad accogliere la sfida per il progetto dei taxi volanti. Lo scorso novembre, l’azienda ha ottenuto il via libera dal Consiglio comunale per costituire una società di scopo che si occuperà proprio della realizzazione e della gestione dei vertiporti. Uno studio preliminare condotto dal Politecnico di Milano ha individuato le possibili aree in Lombardia dove costruire i vertiporti. La scelta è ricaduta sugli scali di Linate e Malpensa e, per la città, in zona Porta Romana e CityLife. L’investimento iniziale per il progetto è di circa 33 milioni di euro e l’obiettivo è far partire i primi voli in tempo per il 2026. «Le Olimpiadi invernali sarebbero il contesto ideale per poter lanciare questo nuovo servizio», spiegano da Sea. «Al momento l’iter delle certificazioni è ancora in corso, pensiamo che per il 2026 saremo ancora in una fase di sperimentazione».
Le polemiche sul consumo di suolo
L’obiettivo di aprire quattro vertiporti a Milano entro il 2026 è solo il primo passo di un percorso più ampio. Sul lungo periodo si punta infatti a costruire una vera e propria rete a livello regionale. Eppure, il progetto non convince tutti. «Sono favorevolissimo a sperimentazioni su nuovi modelli di trasporto ma deve essere ben valutato l’impatto ambientale», avvertiva il consigliere comunale dei Verdi, Carlo Monguzzi, prima del via libera all’istituzione della nuova società di scopo partecipata dal Comune di Milano. Le obiezioni riguardano essenzialmente due ambiti: quello ambientale e quello economico. Per quanto riguarda il primo, Monguzzi fa notare che la costruzione di vertiporti nel capoluogo lombardo porterebbe alla cementificazione di «12mila metri quadrati di verde». Ma c’è anche un altro aspetto da considerare. È davvero il caso, chiede il consigliere dei Verdi, di spendere oltre 30 milioni di euro per lanciare un nuovo servizio in grado di trasportare poche centinaia di passeggeri al giorno? «Per Linate c’è la comodissima M4 e per Malpensa il comodissimo treno da Cadorna. Pensiamoci meglio!», obietta Monguzzi. Critiche a parte, i progetti di Milano e Roma per i nuovi aerotaxi procedono spediti. E qualora dovessero arrivare le tante attese certificazioni europee, il 2024 potrebbe essere proprio l’anno della svolta.
Foto di copertina: EPA/Abir Sultan | Un test di volo di un eVTOL all’ospedale Hadassah Ein Kerem di Gerusalemme (13 settembre 2023)
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