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Redditi dei politici, Conte (il più povero): «Vi spiego perché ho guadagnato così poco»

28 Dicembre 2023 - 14:08 Redazione
Dopo Renzi e Calenda, anche il leader del Movimento 5 Stelle rompe il silenzio sulla classifica dei politici più ricchi

«Sul mio reddito polemiche dell’altro mondo». Così Giuseppe Conte intitola un lungo post di replica alle polemiche suscitate in questi giorni sulla classifica dei redditi dei politici italiani che lo vede all’ultimo posto. «Si dovrebbe parlare del crollo del potere di acquisto e degli stipendi troppo bassi degli italiani. Per i giornali e alcuni esponenti della maggioranza Meloni pare però più interessante la mia dichiarazione dei redditi per l’anno 2022, pari a 24.359,00 euro lordi», è la prima presa di posizione del presidente del Movimento 5 Stelle, dopo che nelle scorse ore Matteo Renzi e Carlo Calenda si sono scontrati sul tema. «Mi colloca in fondo alla classifica reddituale dei parlamentari, e questo ha scatenato discussioni, nonché attacchi ironici da parte di Fratelli d’Italia, che ha una leader che vive di politica da 25 anni», prosegue sui social. Poi, incalza con un attacco diretto: «Addirittura lo sfrontatissimo senatore Gasparri, che vive di incarichi politici da oltre 30 anni e ha omesso di denunciare il suo incarico di presidente-lobbista di una società che opera nel campo della cybersecurity, ha avuto uno scuotimento di bile: “Credo che Giuseppe Conte dovrà dare più di una spiegazione sui suoi redditi … faremo luce davanti agli italiani… La questione non finisce qui. Inizia proprio ora».

«Ecco perché il reddito è così basso»

Non ne vuole sapere Conte di insinuazioni e accuse sulla sua presunta poca trasparenza. «Caro Gasparri, non ti dare pena», scrive puntualizzando poi con ironia che «non serve Sherlock Holmes per spiegare la mia situazione reddituale». Così il leader pentastellato segue con un elenco dei motivi per cui il suo reddito pare essere così modesto. «Per buona parte dell’anno 2022 non ho percepito alcun reddito. Perché da inizio 2021, quando mi sono dimesso da Presidente del Consiglio, ho svolto attività politica con il Movimento 5 Stelle e dal Movimento non ho chiesto né ricevuto nessuna retribuzione, indennità o gettone di presenza», è il primo dei motivi. Il secondo, fa sapere, è che è in aspettativa come professore ordinario dell’Università di Firenze e quindi non percepisce reddito. Quanto alla professione di avvocato: si è autosospeso dall’Albo di Roma.

«Ora vivo con lo stipendio da parlamentare»

«Ho fatto voto di povertà? No. Per fortuna la mia lunga carriera di professore e di avvocato mi ha permesso – e mi permette, con i risparmi accumulati – di condurre una vita agiata», spiega al terzo punto. E ci tiene a precisare di aver scelto, dopo l’incarico da premier, «di non spendere il patrimonio di conoscenze personali accumulato per ottenere incarichi al soldo di governi stranieri, fondi sovrani o società collegate». Di entrate, però, non ne mancano: «In questo momento vivo dello stipendio di parlamentare, sapendo che prima o poi tornerò a fare il professore e l’avvocato». E conclude con una frecciatina ai partiti di maggioranza: «A una parte di quello stipendio da parlamentare, come gli altri eletti del M5S, rinuncio. E ci togliamo belle soddisfazioni, ve lo assicuro: nel corso degli anni il Movimento ha raccolto e restituito alla collettività oltre 100 milioni di euro. […] Suggerisco a Fratelli d’Italia e a Gasparri di provare i brividi che danno queste emozioni».

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