Da Masterchef a cuoca on the road: la storia di Dalia Rivolta che ora cucina in strada il piatto preferito dei passanti – Il video
Nella vita di Dalia Rivolta, ex concorrente di MasterChef, l’imprevedibile è un elemento familiare, tanto in cucina quanto per strada. Dopo aver conquistato i giudici televisivi con il suo talento e il pubblico con la sua determinazione, si è lanciata in un esperimento «on the road»: portando con sé un piccolo fornello, acqua, sale e olio, si avvicina alle persone chiedendo di preparare il loro piatto preferito. «Terminato MasterChef ho raccolto tanti dispiaceri. Non cercavo la fama e mi sorprese il ritorno che ebbi dal programma: ero amatissima dal pubblico. Ma se le persone che mi guardavano da casa empatizzavano con me, chi invece mi era più vicino nella realtà si è dimostrato distaccato. Mi sono sentita una fallita», si racconta oggi in un’intervista a La Stampa. «Mi sentivo rispondere: “Ma tu chi sei? Non hai mai lavorato in cucina”. Eppure conosco le fatiche e i sacrifici che hanno fatto miei genitori», prosegue a colloquio con Caterina Stamin.
Il piatto di Natale a una senzatetto
Nel tempo ha tentato di reinventarsi. Prima come cuoca a domicilio e ora in strada. Dalia Rivolta ha fatto il giro dei social dopo aver pubblicato un video in cui si riprende mentre si cimenta in questa nuova attività. «Mi scusi, qual è il suo piatto preferito?», ha chiesto per la prima volta a Paolo, un architetto e insegnante incontrato casualmente. «Orecchiette alle cime di rapa», è stata la risposta. Senza esitare, Dalia si è precipitata al mercato di Porta Palazzo a Torino per acquistare gli ingredienti necessari, poi ha aperto il tavolino da campeggio e preparato un pentolino. Qui è iniziato un dialogo con lui dai tratti di una confessione malinconica di vita. «Quando i bambini erano piccoli avevamo alcune tate pugliesi che
facevano le orecchiette a mano», si sente rivelare da Paolo nel filmato. Per poi proseguire la chiacchiera e raccontarsi a vicenda. In questi giorni di festività natalizie, armata di cappello rosso sulla testa, la chef si è fermata con il suo fornello portatile accanto a Maria, una donna senzatetto. «Dicono che noi torinesi siamo diffidenti per natura, ma è un falso mito e la città non è tutta uguale: io sono stata accolta da diversità e tantissimo calore», conclude la cuoca.
Leggi anche:
- Agrigento, lasciano il ristorante perché «la cuoca è nera»: in cucina c’è la chef pluripremiata Mareme Cisse
- La cuoca che racconta il lavoro nero nella ristorazione a Milano: «Stipendi dimenticati, insulti e vessazioni. Ma ci riproverò»
- Lo chef social Max Mariola apre un ristorante a Milano: «Ecco il primo disegno del mio locale» – Il video