Le opere d’arte degli Agnelli restano segrete: il Tar del Lazio blocca la pubblicazione dell’elenco
Con una sentenza inaspettata, il Tar del Lazio sospende il provvedimento con cui il ministero della Cultura aveva dato il via libera a conoscere l’elenco delle opere d’arte di proprietà della famiglia Agnelli e registrate al dicastero. A chiedere la consultazione era stato, avvalendosi dell’istituto dell’accesso civico generalizzato, Manuele Bonaccorsi, giornalista della trasmissione Rai Report. I giudici amministrativi – accogliendo il ricorso presentato dai tre nipoti di Gianni Agnelli, John, Lapo e Ginevra Elkann – hanno però deciso di tutelare la riservatezza degli eredi «tenuto conto del possibile utilizzo dei dati ai fini del “confezionamento” di un servizio televisivo», si legge nella sentenza. I legali degli Elkann avevano infatti sollevato il problema della tutela della sfera di riservatezza delle persone interessate e della conservazione dei beni in questione, oltre al fatto che la richiesta fosse «non proporzionata rispetto allo scopo tipico dell’accesso civico generalizzato».
In termini di restrizioni, spiega il Tribunale amministrativo «è la stessa lex specialis ad aver previsto precisi limiti e condizioni alla conoscibilità da parte del pubblico dei dati detenuti dal Ministero della cultura». In più, «è il legislatore ad avere stabilito, in via generale e astratta, una limitazione alla libera consultazione del patrimonio informativo esistente presso il Ministero, e dunque alla accessibilità alle informazioni concernenti i beni culturali, considerando preminenti gli interessi alla sicurezza del bene e riservatezza del soggetto che ne è titolare». Per questo, secondo i giudici «la valutazione effettuata dal resistente Ministero, incentrata sul bilanciamento tra i contrapposti interessi in gioco funzionale ad ovviare ad un “pregiudizio concreto” a carico dei soggetti controinteressati all’accoglimento dell’istanza, risulta essere “fuori fuoco”» con la conseguenza che il ricorso dei 3 nipoti dell’Avvocato «va accolto, con conseguente annullamento del provvedimento con cui il Ministero della cultura ha accolto la richiesta di accesso civico generalizzato presentata dal contro-interessato». La collezione Agnelli di 636 opere risulta essere nota solo parzialmente agli uffici del ministero della Cultura, scrive il Fatto Quotidiano. In particolare, tra i quadri figurano dipinti di Giacomo Balla, Giorgio De Chirico, Francis Bacon, Claude Monet, Jean-Léon Gérome. Alcune si suppone siano conservati nel freeport in Svizzera, dove le forze dell’ordine hanno tentato inutilmente di avervi accesso nel 2022.
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