Argentina, la minaccia che scuote il Parlamento: così il presidente Javier Milei sta tentando di prendersi pieni poteri
Appena un mese dopo essersi insediato alla Casa Rosada, il presidente argentino Javier Milei fa tremare i deputati con minacce che sembrano mettere a rischio la democrazia. Durante le festività natalizie, nell’ultima intervista dell’anno, come riferisce la Repubblica, ha sganciato la “bomba”: nel caso in cui il Parlamento dovesse opporsi all’approvazione del megadecreto con cui il governo punta a modificare o eliminare ben 366 leggi, che regolano svariati settori dell’economia, promette di convocare un plebiscito. In questo modo il Parlamento sarebbe privato dei suoi poteri e a decidere sarebbe il popolo. I deputati sono in allarme per la solidità delle istituzioni democratiche messa a rischio. Un passaggio che si aggiunge alla legge Omnibus presentata al Congresso dal leader argentino nei giorni scorsi. Questa proposta chiede, di fatto, ai deputati di conferirgli ampi poteri, invocando la «dichiarazione dello stato d’emergenza pubblica» in vari ambiti, inclusi quelli economici, finanziari, fiscali, di sicurezza, difesa, tariffe, energia, sanità, amministrazione e sociale.
I sindacati si mobilitano
Stato di emergenza che potrebbe durare fino al 31 dicembre 2025, con la possibilità di essere esteso di altri due anni. Milei potrebbe così andare a coprire in questo modo l’intera durata del suo mandato presidenziale. Questo periodo conferirebbe al leader argentino il potere decisionale su questioni che, secondo la Costituzione, spettano al Parlamento. Potere legislativo ed esecutivo verrebbero quindi accentrati su di lui. La realizzazione del suo piano potrebbe, però, non vedere mai la luce. In Parlamento si prevedono dibattiti e scontri accesi. E i sindacati hanno già annunciato mobilitazioni in tutto il Paese.
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