Morta dopo aver chiesto aiuto alla polizia, l’agente incastrato dalla bodycam. Il caso a Los Angeles della 27enne vittima di violenza
La stessa polizia a cui si era rivolta per chiedere aiuto l’ha uccisa: è successo a Niani Finlayson, un’infermiera afroamericana di Los Angeles, che aveva chiamato il 911 per denunciare le violenze del suo ex compagno. Un omicidio brutale, gratuito, immortalato dai video registrati dalla body camera in dotazione agli stessi agenti. Alla chiamata della 27enne uccisa (madre di una bambina di 9) aveva risposto il vicesceriffo Ty Shelton, che si è recato sul posto insieme a due colleghi, impugnando un taser in una mano e una pistola vera nell’altra. Ci ha messo poco ad agire: una manciata di secondi, e ha scaricato i colpi dell’arma addosso alla donna, che aveva un coltello da cucina e teneva fermo per un braccio l’ex fidanzato. «Stavo per accoltellarlo», aveva detto agli agenti subito dopo aver aperto la porta, confessando l’esasperazione a cui era arrivata. Al momento degli spari, si trovava a quattro metri da Shelton, e davanti a sua figlia. L’ex fidanzato, rimasto seduto, ha cominciato a urlare: «No! Perché hai sparato?». L’omicidio è avvenuto a Lancaster, un sobborgo a nord di Los Angeles. E ha presto scatenato una nuova ondata di sdegno nell’opinione pubblica, anche alla luce di un precedente che ha portato molti a gridare al razzismo: tre anni fa, Shelton aveva sparato a sangue freddo su un afroamericano di 61 anni, Michael Thomas, anche lui coinvolto in una lite domestica, e anche in quel caso dopo che era stato richiesto l’intervento della polizia. A inchiodarlo, questa volta, ci sono i video, che risalgono alla sera dello scorso 4 dicembre: nell’attesa che le immagini siano concluse, è stato sospeso.
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