Nella Manovra niente fondi per l’Ebri di Rita Levi Montalcini: «Segnali di sordità e indifferenza da parte delle Istituzioni, rischiamo di chiudere»
Il Centro per la ricerca sul cervello Ebri di Roma, voluto dal Premio Nobel Rita Levi Montalcini nel 2002, rischia di chiudere. Nella Legge di Bilancio, approvata in via definitiva dalla Camera, non ci sono fondi. «Il governo Meloni ci ha negato il contributo di un milione all’anno che dal 2012 ci permetteva di fare ricerca», sottolinea a la Repubblica Antonino Cattaneo, presidente di Ebri, neuroscienziato della Normale di Pisa e dell’Accademia dei Lincei. «Ho iniziato un anno fa a mandare lettere e telefonare ai vari ministeri, anche alla premier Giorgia Meloni, ma nella bozza della legge di stabilità di quest’anno il nome Ebri non è nemmeno comparso – continua -. L’opposizione ha provato ad aiutarci con due emendamenti, bocciati nei giorni scorsi in Parlamento». L’European Brain Research Institute dà lavoro a 60 scienziati e ha messo a punto un test per la diagnosi precoce dell’Alzheimer, nonché in sperimentazione una terapia contro una rara forma di cecità dei bambini.
Il ministero dell’Università e Ricerca ha fatto sapere di avere una legge per sbloccare la situazione: «Accogliamo con favore questo annuncio, siamo pronti a un incontro anche subito. Nell’ultimo anno ho scritto numerose lettere al ministero, ma non ho mai ricevuto risposta. Ho telefonato e mi hanno detto che il ministro era occupato. Ho scritto allora alla premier Giorgia Meloni. Alla fine sono stato indirizzato al sottosegretario alla Salute Gemmato, che mi ha fatto parlare con un suo capo segreteria. Anche lì, nessuna replica. Abbiamo ricevuto solo segnali di sordità e indifferenza da parte delle istituzioni», spiega Cattaneo che sottolinea inoltre come il Centro non sia «un problema da risolvere, ma un occasione di crescita per l’Italia». Il mancato rinnovo del contributo all’Ebri determinerà anche l’impossibilità di proseguire le ricerche e di sostenere i costi strutturali e la implementazione e manutenzione dei laboratori e delle sofisticate apparecchiature. «Prima di tutto usciremo dal progetto Mnesys per studiare memoria e neurodegenerazione insieme ad altri 25 istituti di ricerca. Il Pnrr ci avrebbe erogato 950mila euro per studiare i meccanismi alla base dell’epilessia, ma solo a consuntivo. Non arriveremo mai ad anticipare tutti quei soldi. Siamo costretti a scendere prima», conclude.
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