La pistola, lo stub, l’indagine su Pozzolo: cos’è successo nella sparatoria alla festa di Capodanno con Andrea Delmastro
Il deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo è stato ascoltato dalle 2 alle 9 del mattino sulla vicenda del colpo partito dalla sua pistola che ha ferito un 31enne alla festa di Capodanno di Andrea Delmastro a Rosazza. Secondo una prima versione dei fatti si sarebbe rifiutato di sottoporre i suoi vestiti al test dello stub. Che avrebbe permesso di accertare la presenza di eventuali tracce di polvere da sparo. In realtà però ci si è sottoposto alle 7 del mattino. «Non mi lasciavano da solo neanche per pisciare», avrebbe detto secondo quanto riporta il Fatto Quotidiano. Avrebbe però opposto l’immunità parlamentare, che protegge deputati e senatori da perquisizioni personali, alla richiesta di esaminare i vestiti. Mentre secondo La Stampa avrebbe rifiutato di sottoporsi a qualsiasi test. E quindi per ricostruire l’accaduto saranno decisive le testimonianze raccolte dai carabinieri di Biella, che indagano con la procura sull’incidente. Di certo la mini-pistola North American arms LR22 era sua.
La ricostruzione
Secondo le prime ricostruzioni il sottosegretario Delmastro stava partecipando alla festa della sorella Francesca, sindaca del comune di Rosazza nel biellese. Il 31enne ferito faceva parte della sua scorta. Pozzolo non aveva partecipato al veglione ma era passato in seguito per un saluto. Avrebbe tirato fuori verso l’1,30 la pistola per mostrarla ai presenti, secondo una prima versione dei fatti. Oppure, scrive oggi Il Giornale, l’arma era in una tasca della giacca del deputato. Da lì è caduta a terra e a quel punto il 31enne avrebbe chiesto al deputato di fargliela vedere. E nell’occasione sarebbe partito accidentalmente il colpo. «Non sono stato io a sparare», ha detto ieri il parlamentare in una dichiarazione pubblica. Mentre nelle prime ricostruzioni della storia si parlava di una sua ammissione davanti ai carabinieri. Colpito di striscio dal proiettile, il giovane è stato soccorso. Se la caverà con una prognosi di pochi giorni.
L’incidente
Quando è avvenuto l’incidente Delmastro non si trovava nella sala. Era a 300 metri di distanza, impegnato a caricare l’auto, e non si sarebbe accorto di nulla. La scorta gli ha consigliato di andare via subito, ma il sottosegretario è rimasto fino all’arrivo dei soccorsi. Oggi i carabinieri completeranno l’informativa sui fatti e la manderanno in procura, dove la procuratrice capo Teresa Angela Camelio dovrà ricostruire nel dettaglio la dinamica. L’ipotesi di reato minima da cui partire è l’omesso controllo: Pozzolo, essendo il titolare dell’arma e avendo un porto d’armi per difesa personale, aveva il dovere di custodirla. Il reato di omessa custodia di armi è definito omessa custodia di armi dall’articolo 20 della legge 110/75. Sanziona chi possedendo un’arma omette di custodirla “diligentemente”. E prevede l’arresto fino a un anno o un’ammenda di mille euro.
Le indagini
Il Fatto Quotidiano fa sapere che Pozzolo aveva festeggiato il Capodanno in un’abitazione vicina. La procura di Biella ha vietato ai carabinieri di parlare con i giornalisti. Secondo alcune fonti citate dal quotidiano alla festa erano presenti diversi agenti della polizia penitenziaria. E il colpo sarebbe partito nell’atto stesso dell’estrazione della pistola dalla giacca. Il Corriere della Sera annuncia che FdI è pronta a far partire un’indagine interna: Giorgia Meloni stessa la vuole, per un fatto che a suo parere non ha in ogni caso alcuna valenza politica. Pozzolo non ha la copertura politica di Delmastro. E quindi, ragiona il quotidiano, nei suoi confronti nulla viene escluso. In particolare rischia una sospensione dal partito. Mentre i colleghi di FdI fanno circolare una battuta sul sottosegretario: «Delmastro? Bisognerebbe farlo dimettere. È ormai chiaro che porta sfiga»
Andrea Delmastro: «Non mi sono accorto di nulla»
Nelle interviste rilasciate ai quotidiani il sottosegretario dice di non essersi accorto di nulla. «Era l’1.30. I bambini erano stanchi, avevamo festeggiato il Capodanno in famiglia nella sede della pro loco dove mia sorella è sindaco. Abbiamo invitato anche i familiari degli agenti della mia scorta. Cena, brindisi, alcune canzoni. Poi la festa è finita ed eravamo pronti per tornare a casa. Io sono uscito per caricare la macchina, ero a 300 metri di distanza, nel piazzale. Quando sono tornato ho trovato il ragazzo ferito e la moglie in preda al panico», dice a Floriana Rullo. La donna urlava: «Ho pensato fosse stato un botto, mi sono chiesto chi ne avesse acceso uno nella stanza. Poi ho capito che era un colpo partito dalla pistola di Pozzolo». E ancora: «Chi era presente mi ha raccontato che aveva tirato fuori l’arma, una pistola grande quanto un accendino, per mostrarla. Poi è partito il colpo, accidentalmente».
Chi è Emanuele Pozzolo
Emanuele Pozzolo detto “Manny”, 38 anni, è alla sua prima legislatura: prima di entrare in parlamento con FdI faceva l’assessore alle politiche giovanili a Vercelli. Dopo essere stato espulso dal partito di Alleanza Nazionale per aver criticato il leader Gianfranco Fini, ha fondato il Movimento Jan Palach nel 2009. Poi era stato eletto come indipendente nelle liste della Lega a Vercelli. È uscito dal Carroccio proprio in occasione della fondazione di FdI. È stato accusato dai Dem di Vercelli di «atteggiamenti misogini, arroganti, provocatori e No vax». Ha contestato il sindaco Andrea Corsaro per l’obbligo di Green pass durante la pandemia. Di professione fa il consulente legale, è sposato e ha tre figli. Nel 2015, dopo una strage in Oregon, aveva criticato il presidente degli Stati Uniti: «Per Obama è sempre colpa delle armi. Io non ho mai visto una pistola sparare da sola». Neanche la sua, evidentemente.
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