Milano, i 3 giovani che tendono in strada un cavo d’acciaio per gioco e rischiano una strage: «Ci annoiavamo»

Il 24enne Alex Balocco accusato anche di attentato alla sicurezza dei trasporti

Il 24 milanese Alex Balocco, insieme ad altri due amici non ancora identificati, ha teso tra le due corsie di viale Toscana un cavo d’acciaio a 140 centimetri di altezza. Nella notte tra mercoledì e giovedì 4 gennaio un’automobile lo prende in pieno e finisce per fermarsi all’incrocio con un grosso botto ma senza nessun danno per il guidatore. Ma un testimone vede la scena e chiama i carabinieri. Che arrestano Balocco e lo accusano di tentata strage e attentato alla sicurezza dei trasporti. «Ho fatto una cazzata per gioco», dice il giovane. Perché si annoiavano. Balocco, che vive tra Porta Romana e Chiaravalle, ha precedenti per resistenza a pubblico ufficiale. Oggi verrà interrogato dal Gip Domenico Santoro per la convalida del fermo.


Attentato alla sicurezza dei trasporti

Intanto i carabinieri cercano anche gli altri due responsabili, fa sapere l’edizione milanese del Corriere della Sera. Sono solo amici di Instagram, ha detto Balocco. Indaga il pm Enrico Pavone. Lui è a San Vittore. Uno dei due ragazzi scappati è un cultore di arti marziali che abita in zona San Siro. L’arrestato e i suoi due amici rischiano almeno 15 anni di carcere se l’accusa di tentata strage sarà confermata. Il cavo era stato rubato in un cantiere della zona qualche ora prima. «Ci volevamo solo divertire», ha detto Balocco ai carabinieri. Il cavo era teso in modo da renderlo rigido e inamovibile. E i danni sarebbero stati comunque maggiori se fosse passato qualcuno su due ruote. I carabinieri hanno dovuto usare una cesoia per tranciarlo. Un motorino, ha raccontato il testimone Nicola Ricciardelli, era passato poco prima ma aveva svoltato prima del cavo.


Il testimone

Il testimone ha anche raccontato a Repubblica Milano che i tre ragazzi «si divertivano, ridevano, dicevano “Hai visto che botta?”. Poi si sono allontanati dopo poco, sempre ridendo tra di loro come se fosse un gioco.

Foto copertina da: Corriere della Sera Milano

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