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Il 5% delle famiglie italiane più ricche detiene quasi metà della ricchezza totale. Bankitalia: «Italia sotto la media Ue»

08 Gennaio 2024 - 16:29 Gianluca Brambilla
Secondo uno studio di via Nazionale, in Italia il 50% della ricchezza è costituita dalle abitazioni

Il 5% delle famiglie italiane più ricche possiede quasi la metà (il 46%) della ricchezza netta complessiva. A svelarlo è l’analisi della Banca d’Italia, secondo cui i principali indici di disuguaglianza economica «sono rimasti sostanzialmente stabili tra il 2017 e il 2022, dopo essere aumentati tra il 2010 e il 2016». L’indice di Gini, che misura la concentrazione di ricchezza, è passato dallo 0,71 del 2017 allo 0,7 del 2022, mentre la ricchezza mediana (ossia il valore di mezzo tra minimo e massimo) si situa intorno ai 150mila euro. Sale invece la ricchezza media, che passa dai circa 150mila euro del 2018 ai 170mila del 2022. Lo studio di via Nazionale, realizzato in ambito Bce, evidenzia come le famiglie meno abbienti possano contare soprattutto sul possesso dell’abitazione, mentre quelle più benestanti hanno a disposizione un portafoglio più diversificato di azioni, depositi e polizze. Confrontando questi dati con quelli degli altri paesi del Vecchio Continente, ci si accorge che l’Italia ha un indice di concentrazione della ricchezza sotto la media Ue. Il nostro paese si colloca all’incirca sugli stessi livelli della Francia, mentre la Germania viene indicata come «il paese con il maggior grado di disuguaglianza in termini di ricchezza netta».

L’importanza della casa

Lo studio pubblicato dalla Banca d’Italia mette in luce un altro fenomeno: metà della ricchezza degli italiani è rappresentata dalle abitazioni. A differenza di quanto avviene in altri paesi europei, infatti, la maggioranza dei cittadini continua a essere proprietaria della casa in cui vive. Nonostante questo, avverte l’analisi di via Nazionale, la situazione «varia fortemente in base alla ricchezza». Per le famiglie sotto la mediana, le abitazioni costituiscono i tre quarti della ricchezza complessiva. Per le famiglie che rientrano nella classe centrale, si attestano poco sotto il 70%. Mentre per le famiglie più ricche, le abitazioni corrispondono a poco più di un terzo della ricchezza totale. Nel 2010, circa la metà del patrimonio abitativo italiano era detenuta dalle famiglie della classe media. Nel 2022, questa percentuale è scesa al 45%, soprattutto a vantaggio dei più ricchi. È rimasta stabile, invece, la quota di abitazioni posseduta dalle famiglie sotto la mediana, attorno al 14%.

Conti deposito e investimenti

Un discorso simile vale anche per conti deposito e investimenti. «Per le famiglie più povere – si legge nel documento – i depositi sono l’unica componente rilevante di ricchezza finanziaria (17%). Maggiormente diversificato è invece il portafoglio delle famiglie più ricche, per le quali quasi un terzo della ricchezza è rappresentato da capitale di rischio legato alla produzione (azioni, partecipazioni e attività reali destinate alla produzione) e un quinto da fondi comuni di investimento e polizze assicurative». Tra il 2010 e il 2022, i depositi sono aumentati di circa il 40%, soprattutto per le famiglie appartenenti al decimo più ricco, la cui quota è salita di sei punti percentuali e ha raggiunto la metà del totale.

Foto di copertina: ANSA/Banca d’Italia

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