Acca Larenzia, cinque denunciati per il raduno con i saluti romani. Decine identificati tra ultras ed estremisti di destra
Sono cinque le persone denunciate e decine quelle identificate dalla Digos, dopo la trasmissione della prima informativa sulla commemorazione di Acca Larenzia dello scorso 7 gennaio. Come riporta la Repubblica, dall’analisi dei filmati sono stati indicati i primi soggetti che hanno partecipato al raduno con saluti romani e il grido «Presente!» per commemorare le vittime di Acca Larenzia, la via di Roma dove il 7 gennaio del 1978 due giovani attivisti del gruppo post fascista Fronte della Gioventù furono uccisi in un agguato davanti alla sede del Movimento Sociale Italiano (un terzo morì poche ore dopo in uno scontro con le forze dell’ordine). Tra loro ci sarebbero soggetti già noti alla polizia che fanno parte dei gruppi dell’estrema destra romana, considerati vicini a CasaPound e Forza Nuova. E poi ci sarebbero anche componenti degli Ultras Lazio, ritenuto il più influente nella curva laziale e nato dopo lo scioglimento degli Irriducibili di Fabrizio Diabolik Piscitelli. A organizzare il raduno, seguito alle commemorazioni istituzionali della mattina, sono stati militanti di CasaPound con i giovani di Blocco Studentesco, che dal 2019 hanno preso il controllo dell’ex sede dell’Msi. Gli inquirenti ora lavorano sui contenuti video registrati nel corso della manifestazione come mai era accaduto in questi anni. La celebrazione avviene ogni anno, generalmente con meno partecipanti, ma le forze dell’ordine non hanno mai trasmesso informative in merito. La procura ora valuta l’apertura di un’inchiesta per apologia di fascismo.
La Russa: «Siamo estranei»
Sulla vicenda è intervenuto oggi il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. In audizione in Commissione al Senato, ha assicurato che la Questura presenterà una relazione, in base alla quale deciderà poi la magistratura come muoversi. «Su Acca Larenzia non vi è dubbio che quello che si è visto susciti indignazione, è un qualcosa che è contrario alla nostra cultura acquisita», ha dichiarato il titolare del Viminale. La polemica intanto arriva a Bruxelles, con la condanna del leader del Ppe Manfred Weber: «In Europa non c’è posto per il saluto fascista e noi lo condanniamo con la massima fermezza. Siamo pienamente d’accordo e accogliamo con favore la chiara posizione assunta dal vice primo ministro Antonio Tajani su questo tema». Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, al Corriere della Sera ha ribadito l’ «estraneità» del partito di Meloni: «Concordo pienamente con Rampelli (compagno di partito e vicepresidente della Camera ndr) quando dice che FdI è totalmente estranea all’episodio dei saluti romani alla commemorazione delle tre giovanissime vittime dell’attentato di Acca Larenzia – ha detto la seconda carica dello Stato -. Peraltro, il fatto è stato eclatante e ha avuto molta visibilità, ma il partito davvero non ha alcun ruolo o responsabilità in quello che è successo». E ancora: «Abbiamo sempre detto ai nostri di non partecipare a certe manifestazioni, che vengono inevitabilmente strumentalizzate da chi vuole attaccarci. Non c’entriamo nulla, non c’entra il partito».
La polemica
Di diversa opinione sembra essere l’opposizione parlamentare, che ha annunciato interrogazioni al governo. Il M5S, inoltre, sarebbe pronto a presentare un esposto in Procura firmato da Giuseppe Conte, il presidente del Movimento. Una richiesta, scrive Domani, di attenzione giudiziaria «nella propria veste di parlamentari della Repubblica». A presentarlo sarà il vicepresidente della Camera, Sergio Costa, che ha spiegato: «Vedere la foto di quanto accaduto è sconvolgente. Occorre immediatamente che il governo prenda posizione e risponda in maniera forte e decisa. Accanto alla necessaria risposta politica ci sia quella giudiziaria: la Digos ha identificato chi alla Scala ha gridato “Viva l’Italia antifascista”. Dov’è ora? Ha identificato chi ha salutato in stile littorio? Immagino non sia difficile farlo anche partendo dalle immagini. Mi aspetto che chiunque abbia ruoli apicali faccia sentire forte la propria voce il prima possibile». Anche il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani ha manifestato il suo disappunto: «Siamo una forza che certamente non è fascista, siamo antifascisti. Chi ha avuto un comportamento del genere certamente deve essere condannato da parte di tutti, come devono essere condannate tutte le manifestazioni di sostegno a dittature. C’è una legge che prevede che non si possa fare apologia di fascismo nel nostro Paese, è vietato dalla legge». Sull’ammissibilità del saluto romano sono state chiamate a pronunciarsi anche le Sezioni unite della Cassazione.
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