Braccia tese al raduno fascista di Acca Larenzia, Piantedosi: «Suscita indignazione, ma vietare è controproducente» – Il video
«Su Acca Larenzia non vi è dubbio che quello che si è visto susciti indignazione, è un qualcosa che è contrario alla nostra cultura acquisita». In audizione al Senato, dalla Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, il ministro Matteo Piantedosi è intervenuto sulla commemorazione dei fatti di via Acca Larenzia, nel quartiere Appio-Tuscolano di Roma. Centinaia di sostenitori di estrema destra si sono esibiti, come ogni anno, nella cerimonia del presente, vestiti di nero e facendo il saluto romano, a margine della cerimonia a cui prendono parte anche le istituzioni. Durante l’audizione, diversi senatori hanno chiesto al ministro dell’Interno se il governo prenderà dei provvedimenti per vietare questo tipo di manifestazioni e come intende agire. «Questa manifestazione si tiene con queste stesse modalità, e in passato con una partecipazione anche maggiore, da diversi anni», ha esordito Piantedosi, spiegando che con questo non vuole sminuire quanto accaduto, «queste situazioni dobbiamo affrontarle sotto tre punti di vista: quello dell’ordine pubblico, quello della commissione di reati, quello degli aspetti educativi e culturali che sono dietro questi fenomeni. Vietare e basta, come hanno fatto in Francia per le manifestazioni pro Hamas, è controproducente e meno proficuo».
«Ideologia condannata dalla storia»
Davanti l’ex sede dell’allora Msi, nel 1978, furono uccisi due giovani militanti di estrema destra e più tardi ne morì un terzo negli scontri con la polizia. Secondo il ministro, i gesti e i simboli di un’«ideologia condannata dalla storia» inquinano la commemorazione di quella che fu una violenza figlia dell’odio politico degli anni Settanta. Sarà ora la magistratura a occuparsi del caso, basandosi sull’informativa della Digos, e valutare se sono stati commessi reati, come l’apologia di fascismo. Il ministro assicura che la Questura ha monitorato e presto presenterà una relazione. «Chi gestisce l’ordine pubblico deve fare in modo che non si registrino incidenti», ha aggiunto, «chi dice che la questura non stia facendo identificazioni e non consegni una relazione all’autorità giudiziaria? La questura relazionerà alla magistratura e in uno Stato democratico la magistratura fa le sue valutazioni sul tipo di responsabilità che possono emergere da quanto accaduto».
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