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Braccia tese al raduno fascista di Acca Larenzia, Piantedosi: «Suscita indignazione, ma vietare è controproducente» – Il video

09 Gennaio 2024 - 14:19 Massimo Ferraro
Il ministro dell'Interno, in audizione in Commissione al Senato, ha assicurato che la Questura presenterà una relazione, in base alla quale deciderà poi la magistratura come muoversi

«Su Acca Larenzia non vi è dubbio che quello che si è visto susciti indignazione, è un qualcosa che è contrario alla nostra cultura acquisita». In audizione al Senato, dalla Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, il ministro Matteo Piantedosi è intervenuto sulla commemorazione dei fatti di via Acca Larenzia, nel quartiere Appio-Tuscolano di Roma. Centinaia di sostenitori di estrema destra si sono esibiti, come ogni anno, nella cerimonia del presente, vestiti di nero e facendo il saluto romano, a margine della cerimonia a cui prendono parte anche le istituzioni. Durante l’audizione, diversi senatori hanno chiesto al ministro dell’Interno se il governo prenderà dei provvedimenti per vietare questo tipo di manifestazioni e come intende agire. «Questa manifestazione si tiene con queste stesse modalità, e in passato con una partecipazione anche maggiore, da diversi anni», ha esordito Piantedosi, spiegando che con questo non vuole sminuire quanto accaduto, «queste situazioni dobbiamo affrontarle sotto tre punti di vista: quello dell’ordine pubblico, quello della commissione di reati, quello degli aspetti educativi e culturali che sono dietro questi fenomeni. Vietare e basta, come hanno fatto in Francia per le manifestazioni pro Hamas, è controproducente e meno proficuo».

«Ideologia condannata dalla storia»

Davanti l’ex sede dell’allora Msi, nel 1978, furono uccisi due giovani militanti di estrema destra e più tardi ne morì un terzo negli scontri con la polizia. Secondo il ministro, i gesti e i simboli di un’«ideologia condannata dalla storia» inquinano la commemorazione di quella che fu una violenza figlia dell’odio politico degli anni Settanta. Sarà ora la magistratura a occuparsi del caso, basandosi sull’informativa della Digos, e valutare se sono stati commessi reati, come l’apologia di fascismo. Il ministro assicura che la Questura ha monitorato e presto presenterà una relazione. «Chi gestisce l’ordine pubblico deve fare in modo che non si registrino incidenti», ha aggiunto, «chi dice che la questura non stia facendo identificazioni e non consegni una relazione all’autorità giudiziaria? La questura relazionerà alla magistratura e in uno Stato democratico la magistratura fa le sue valutazioni sul tipo di responsabilità che possono emergere da quanto accaduto».

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