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Caos in Ecuador, gruppo armato fa irruzione nello studio della tv di Stato. Saccheggi per le strade – Il video

09 Gennaio 2024 - 23:38 Redazione
Il governo ha imposto il coprifuoco notturno e limiti a riunioni e spostamenti, mentre per le strade uomini armati sparano alle auto della polizia e i centri commerciali sono presi d'assalto

È caos in Ecuador, dove un gruppo di uomini incappucciati e armati ha fatto irruzione in uno studio della tv pubblica mentre era in corso la diretta. È successo nella città di Guayaquil, dove da mesi avvengono saccheggi e violenze. Come mostrano le immagini drammatiche durante la diretta tv, gli uomini incappucciati e armati di granate e mitragliatori hanno minacciato di morte giornalisti e tecnici, che a mani giunte implorano di essere risparmiati. Il gruppo è riuscito a tenere in ostaggio il personale della tv per mezz’ora, mentre la diretta andava avanti. Finché non ha fatto irruzione la polizia con le forze speciali. In un messaggio via Whatsapp, un giornalista è riuscito a mettersi in contatto con l’agenzia Afp: «Per favore, sono venuti per ucciderci. Dio non permettere che ciò accada. I criminali sono in onda». La polizia sarebbe riuscita ad arrestate il gruppo di incappucciati e liberare gli ostaggi. Mentre andava in onda quella drammatica diretta, il presidente Daniel Noboa ha ordinato l’evacuazione immediata del Parlamento e di tutti gli edifici pubblici di Quito. Noboa ha detto che è in corso un «conflitto armato interno» nel Paese e ha chiesto l’intervento delle forze di sicurezza contro le organizzazioni del narcotraffico. Per le strade i militari faticano a riportare l’ordine, mentre vengono saccheggiati i centri commerciali. In alcuni filmati si vedono uomini armati sparare contro le auto della polizia.

La fuda del superboss

Con un clima da sostanziale guerra civile, la polizia ha scoperto solo ieri 8 gennaio dell’evasione del superboss Adolfo Macias, detto Fito, considerato il principale boss del narcotraffico dell’Ecuador e capo del gruppo criminale Los Choneros. Condannato nel 2011 a 34 anni di carcere per diversi reati, tra cui traffico di droga e omicidio, Macias non si era nascosto nel penitenziario, come aveva ipotizzato in un primo momento la polizia. Il boss invece era scappato almeno dallo scorso Natale, sostituito in cella da un sosia.

La reazione del governo

Il presidente Noboa ha imposto per decreto la mobilitazione delle forze armate e pesanti restrizioni agli spostamenti e alla libertà di riunione. Ma i provvedimenti sembrano non essere serviti a molto, con le violenze che si sono moltiplicate per le strade, ormai in mano ai gruppi criminali.

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