Caso Balocco, il «derby» tra procure su Chiara Ferragni. Così i giudici di Cuneo e Milano stabiliranno chi condurrà le indagini
Chiara Ferragni e il suo team, è cosa ormai acclarata, dovranno rispondere delle accuse loro mosse sulla possibile truffa realizzata tramite le vendite del Pandoro griffato “Pink Christmas” prodotto da Balocco. Ma di fronte a quali giudici? La domanda è tutt’altro che retorica perché a indagare sull’affare concluso nel 2022 sono al momento in particolare due procure: quella di Milano e quella di Cuneo. I magistrati del capoluogo lombardo hanno già formalizzato l’accusa di truffa aggravata ai danni dell’influencer così come della presidente della società dolciaria Alessandra Balocco. Ma ad aver iscritto nel registro degli indagati le due donne, prima di Natale, è stata anche la procura di Cuneo. Se a Milano hanno sede le aziende che fanno capo a Ferragni, infatti – Fenice e TBS Crew – quella della Balocco è da sempre a Fossano, in provincia di Cuneo. Inevitabile sarà pertanto un confronto tra le due procure per dirimere la questione della competenza territoriale ed evitare così accavallamenti. Un confronto che, secondo quanto riporta l’Ansa, avverrà presto: dopo la fase tuttora in corso di acquisizione e analisi delle carte presso entrambi gli uffici giudiziari. Prima, però, di entrare nel vivo delle indagini, con le convocazioni di indagati e testimoni ad esempio. Cruciale per sbrogliare la matassa giudiziaria sarà, riporta ancora l’agenza di stampa, la definizione del luogo dove sarebbe stato conseguito il presunto «ingiusto profitto», uno degli elementi, assieme al «danno», su cui si fonda il reato di truffa. Nel frattempo la Guardia di finanza potrebbe, dal canto suo, acquisire anche le denunce di consumatori, se arriveranno, nel fascicolo aperto dopo l’esposto del Codacons presentato in oltre cento Procure.
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