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Caivano, tolta la potestà ai genitori della bimba di 5 anni volata dal balcone. I quattro fratelli affidati a una casa famiglia

12 Gennaio 2024 - 11:38 Redazione
La misura dopo l'incidente di ieri nel Comune del napoletano: la piccola era stata lasciata a casa da sola insieme al fratellino di 3 anni

È stata tolta la potestà genitoriale alla madre e al padre della bambina di cinque anni precipitata ieri dal secondo piano di un palazzo di Caivano, in provincia di Napoli. Si tratta di una coppia a cui i servizi sociali hanno deciso di portare via i cinque figli – che hanno tra i 3 e i 14 anni – per affidarli alle cure di una casa famiglia protetta. A darne notizia è Adnkronos, che ricostruisce quanto accaduto. I due genitori avrebbero lasciato due bimbi di 3 e 5 anni soli in casa. La più grande si è sporta dal balcone di casa, ed è caduta giù finendo sui fili della biancheria. Ora si trova ricoverata in prognosi riservata all’ospedale Santobono di Napoli. Sottoposta già ieri a una Tac, secondo quanto riferito dai medici dell’azienda ospedaliera non è in pericolo di vita.

L’incidente e le indagini

Le indagini dei carabinieri ora sono orientate sulla pista dell’incidente. Al momento dell’accaduto, il padre era al lavoro nel caseificio di cui è dipendente e la madre stava svolgendo alcune commissioni. Lo zio, inoltre, ha raccontato che la piccola non si è presentata a scuola perché aveva mal di gola e che la mamma sarebbe uscita per comprarle qualche medicina. Sul caso interviene anche l’avvocato Angelo Pisani, noto per il suo impegno professionale per i diritti delle famiglie e dei bambini della zona. A suo avviso, la revoca della potestà è una misura troppo eccessiva. «I bambini non sono numeri o fascicoli che possono ingolfare gli armadi della burocrazia e in primis dalle istituzioni, va sempre fatto ogni sforzo per tutelare e garantire i diritti umani a la tutela degli affetti e dei valori familiari», ha dichiarato. «Spero che il tribunale riveda e valuti bene gli opportuni provvedimenti da adottare anche con umanità», ha concluso.

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