Open Arms, parla Richard Gere, che salì sulla nave: «Trovo crudele una legge che vieta gli aiuti in mare» – Il video
«Io testimone al processo Salvini su Open Arms? No, Ho preferito un intervento a distanza. Ho offerto una testimonianza scritta ma non è stata accettata. Non è facile arrivare a Palermo. E sono lieto di questo invito (in trasmissione ndr) perché è importate esprimersi su quanto stava accadendo su quella nave». Così Richard Gere ospite a Il Cavallo e la torre, condotto da Marco Damilano su Rai3. «Avevo sentito dell’approvazione di una legge crudele. Avevo sentito della nave che non poteva entrare a Lampedusa. Io mi trovavo da amici in Italia, e qualcosa ha attirato la mia attenzione. La legge che prevedeva reato aiutare persone in mare. Per me era incredibile. Soprattutto per un paese meraviglioso come l’Italia e una popolazione meravigliosa», ha detto l’attore.
Ero in Italia, e qualcosa ha attirato la mia attenzione: una legge che rendeva un reato aiutare le persone in mare. Per me era incredibile.
— Il cavallo e la torre (@CavalloTorre) January 12, 2024
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«Mi sono chiesto veramente se nel caso di Open Arms le autorità vedessero quelle persone come fratelli e sorelle. La nave era in acque internazionali e facemmo molta fatica a trovare delle imbarcazioni in grado di portarci lì, assieme agli aiuti. L’operatore di una imbarcazione ci disse che aveva ricevuto una visita, la sera prima, da parte della polizia e ci ha detto che non ci avrebbe più potuto aiutare», ha dichiarato Gere che salì sulla nave Open Arms per portare aiuti. «Abbiamo dovuto trovare un’altra imbarcazione. Il conducente mi ha mostrato un video in cui c’ero io con il Dalai Lama – ha raccontato l’attore – Anche il pilota ha sentito di avere la responsabilità di aiutare i fratelli più deboli tra noi. Molto gentilmente, con grande coraggio, ci ha condotto presso l’Open Arms».
Il processo in corso
Oggi il vicepremier e attuale ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, sotto processo a Palermo per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver negato lo sbarco a 147 migranti, ha testimoniato in aula a Palermo. Rivendica con orgoglio che durante il suo dicastero nessun migrante morì in mare e che gli sbarchi diminuirono del 90% e ha ribadito di aver solo difeso la sicurezza nazionale. «La politica del Governo era di contrasto al traffico degli esseri umani e di coinvolgimento dell’ Europa», ha dichiarato.
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