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La frecciata di Dolce e Gabbana agli influencer dopo il caso Balocco-Ferragni: «Perché ora cadranno tutti»

13 Gennaio 2024 - 14:19 Redazione
«Li abbiamo fatti sfilare ma siamo stati i soli a non lavorarci», hanno detto i due stilisti

Per gli stilisti Dolce&Gabbana da quando a trionfare è la qualità, «la caduta degli influencer è automatica». Lo hanno detto prima del loro show previsto per oggi – sabato 13 gennaio – a Milano, sottolineando che il “tonfo” degli imprenditori e imprenditrici digitali «non sarà la caduta degli dei, ma le va vicino». Il duo della moda ha inoltre ricordato di essere «stato l’unico a non lavorare con gli influencer. Li abbiamo fatti sfilare ma non abbiamo mai pagato nessuno. Si commentano da soli e da tanto, non è una novità ora che è uscita questa “bomba”», hanno commentato con Ansa, senza mai citare direttamente il caso-Balocco che ha coinvolto Chiara Ferragni. «Da un anno e mezzo abbiamo cambiato registro, siamo tornati a lavorare con maestri come Meisel e Klein e alcune modelle, a noi – hanno spiegano prima della sfilata – piace la moda, e chi più di loro può esprimere questo concetto? Il fotografo, come il giornalista, fa un mestiere per cui ha studiato, ha una cultura, si può avere un dialogo alla pari».

«Un influencer ventenne non è preparato»

Per Dolce&Gabbana invece un influencer ventenne «non ha colpa, ma non ha quella cultura e con tutto il rispetto il suo è un lavoro diverso, oggi bisogna tornare alla qualità, che è anche amore, perché la carezza di un padre non ha il valore di un like». E poi ancora: «In questi anni ci siamo tutti ubriacati con la comunicazione globale, oggi tutti parliamo di tutto, dalla medicina alla moda – ribadiscono i due creativi – dalla scienza alla cultura, ma per farlo bisogna aver studiato, altrimenti cosa esisterebbero a fare le università? Dobbiamo dar voce in tutti i settori a chi ha competenze, è arrivato il momento in cui siamo tutti stanchi, dobbiamo trovare una soluzione per migliorare. Dicono che la bellezza salverà il mondo e noi ci crediamo», concludono.

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