Elezioni a Taiwan, vince William Lai. Il filocinese Hou Yu-ih ammette la sconfitta
Il vice presidente Lai Ching-te, che si fa chiamare William Lai, vince le elezioni presidenziali di Taiwan. Ha ottenuto – scrive South China Morning Post – più di cinque milioni di voti, oltre il 40% delle preferenze. «Questa sera abbiamo dimostrato al mondo quanto Taiwan abbia a cuore la sua democrazia. Voglio ringraziare il popolo taiwanese per aver scritto un nuovo capitolo nella nostra democrazia, dimostrando al mondo quanto abbiamo a cuore la nostra democrazia. Questo è il nostro impegno incrollabile», ha detto Lai ai suoi sostenitori. Per il candidato con un passato a sostegno dell’indipendenza dell’isola «il popolo taiwanese ha resistito con successo alle pressioni di forze esterne per influenzare le elezioni. Ma noi crediamo che solo il popolo di Taiwan abbia il diritto di scegliere il proprio presidente».
19,3 milioni gli elettori si sono recati oggi ai seggi per l’elezione del neo capo di Stato, che prenderà il posto di Tsai Ing-wen, e per il rinnovo del parlamento monocamerale. Il suo rivale, il filo-cinese Hou Yu-ih – candidato del Kuomintang (Kmt) – ha ammesso la sconfitta riconoscendo la vittoria del candidato autonomista del Partito democratico progressista (Dpp). Commosso, Hou si è «scusato per aver deluso gli elettori», promettendo di continuare il suo impegno politico. Anche il terzo candidato, Ko Wen-je, fondatore e leader del Tpp, ha concesso subito dopo la mossa di Hou la vittoria e si è congratulato con Lai. Taiwan sembra così destinata ad eleggere William Lai come presidente per il prossimo quadriennio, schierando alla leadership un uomo che la Cina ha bollato come «grave pericolo». Il voto è determinante per la stabilità regionale dell’isola, che la Cina rivendica come propria, e persino quella globale, vista la competizione sempre più dura tra Pechino e Washington.
Chi è Lai Ching-te del Dpp (William Lai)
Lai Ching-te del Partito democratico progressista da otto anni al governo, che si fa chiamare William Lai, è l’attuale vicepresidente dell’isola. Nei giorni scorsi, la Cina lo aveva definito un «piantagrane con posizioni indipendentiste» e pure un «grave pericolo». Chen Binhua, portavoce dell’Ufficio per gli affari di Taiwan del governo cinese, aveva infatti espresso «la speranza che i compatrioti di Taiwan vedano il grave pericolo dell’istigazione di conflitti attraverso lo Stretto da parte di Lai e facciano la scelta giusta al bivio», si leggeva nella dichiarazione rilanciata dai media statali. Per l’attuale vice presidente dell’isola, che si è spostato su posizioni – per certi versi – meno indipendentiste, «non c’è alcuna volontà di proclamare formalmente l’indipendenza» poiché «la nostra isola è già sovrana di fatto e lo status quo nello Stretto serve l’interesse della stabilità mondiale». Il suo obiettivo è quello rafforzare la difesa militare di Taiwan per evitare un’invasione cinese.
La censura cinese
Le delicate elezioni di Taiwan sono finite nelle maglie della censura del Great Firewall cinese. La piattaforma mandarina di social media Weibo, corrispondente all’X cinese, ha bloccato gli hashtag sul voto in corso a Taipei dopo che il tema era diventato uno degli argomenti di maggiore tendenza. «In conformità con le leggi, i regolamenti e le politiche pertinenti, il contenuto di questo argomento non viene visualizzato», è il messaggio che appare sulle ricerche dell’hashtag “elezioni di Taiwan”.
8 jet e 6 navi militari cinesi intorno all’isola
Nel frattempo, il ministero della Difesa di Taipei ha riferito di aver rilevato 8 jet e 6 navi militari cinesi intorno all’isola nelle 24 ore fino alle 6 locali (le 23 di venerdì in Italia). In una nota, ha anche precisato che un aereo, un modello Y-8 ASW, è entrato nella zona di sudovest dello spazio di difesa (Adiz), spingendo le forze armate taiwanesi a seguire la situazione in modo da poter rispondere nel migliore dei modi all’evoluzione degli eventi.