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Si ammala dopo aver rubato pietre agli Scavi di Pompei, la turista si pente: «Non sapevo della maledizione»

13 Gennaio 2024 - 15:12 Redazione
Tutto inizia negli anni '90 quando un giornalista trova una lettera scritta in spagnolo: «C'era una frase incredibile: "Vi restituisco queste due cose perché mi ha colpito la malasuerte», spiega al "Corriere della Sera"

«Cara anonima mittente di questa lettera…le pietre di pomice sono arrivate a Pompei…Ora buona fortuna per il tuo futuro». Con queste parole il direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ha risposto su X a una turista inglese che – in visita nella città degli Scavi – ha rubato alcune pietre pomici. La viaggiatrice “pentita” ha rispedito al mittente i reperti trafugati dopo aver scoperto di essersi ammalata di cancro, colpita – a sua detta – dalla «maledizione della Pompei antica». «Non sapevo che non avrei dovuto prendere delle pietre. Nel giro di un anno mi sono accorta del cancro. Sono giovane e in salute e i medici dicono che è solo “sfortuna”. Per favore accetta le mie scuse e questi pezzi. Mi dispiace», si legge nel biglietto di pentimento recapitato al Parco archeologico, con il quale la giovane donna si augura che il gesto possa aiutarla, con ogni probabilità, nella guarigione. 

Il direttore del Parco Archeologico: «La denuncia è d’obbligo»

Il direttore del Parco Archeologico, intervenuto a RaiNews24, sottolinea di aver risposto alla turista straniera poiché «la sua lettera è molto toccante». Tuttavia, «trafugare beni nei siti archeologici – ricorda Zuchtriegel – è un reato e noi dobbiamo denunciare tutto alle autorità». Sono tante le persone che scrivono al sito archeologico «della presunta maledizione e ci raccontano delle sciagure che avrebbero subito nel lavoro, nella malattia: sono cose toccanti e tristi. Molti scrivono restituendo oggetti trafugati quando erano bambini, sono furti accaduti decenni addietro», afferma il direttore, ribandendo come non abbia senso portare via questi oggetti. «Noi – conclude – vigiliamo anche con un sistema di video-sorveglianza, ma il sito è grande e può accadere che sfugga qualcosa, possiamo sicuramente controllare meglio».

«La maledizione degli scavi di Pompei»

La storia ha più di un precedente: nel 2020 una turista canadese restituì alcuni reperti rubati, tra i cui alcune tessere di mosaico, dopo aver pensato di essere stata investita dalla stessa maledizione quando si era ammalata di cancro. Tutto inizia negli anni ’90 quando Antonio Irlando, architetto, giornalista, all’epoca corrispondente dell’agenzia Ansa da Torre Annunziata – racconta il Corriere della Sera, che lo ha intervistato – si imbatte in una lettera scritta in spagnolo all’interno dello studio del soprintendente Baldassarre Conticello. «C’era una frase incredibile – spiega -: “Vi restituisco queste due cose, perché da quando le ho prese mi ha colpito la malasuerte“. L’espressione era proprio questa». Il giorno dopo, Irlando decide di dare la notizia, ripresa poi dai maggiori quotidiani nazionali e internazionali con il titolo la «Malasuerte di Pompei». «Fui profetico – dice al quotidiano -. Da allora tanti reperti trafugati, sempre piccoli pezzi, cocci raccolti, pietre, vengono restituiti da pentiti spaventati dalla maledizione».  

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