Vladimir Luxuria: «Vi racconto la donna della mia vita: si chiama Sara»
La prima esperienza sessuale di Vladimir Luxuria risale a quando aveva undici anni: venne adescata da un pedofilo ultrasessantenne. «Eravamo sul lungomare in Puglia, mi offrì un gelato. Ricordo le caramelle zuccherose a forma di fragola», racconta oggi l’attivista, scrittrice ed ex deputata in un’intervista al Corriere della Sera. «Non ci fu un rapporto completo, dopo ebbi voglia di rivederlo: ha presente la sindrome di Stoccolma? Continuammo. Poi lui, forse intuendo il pericolo, non si presentò a un appuntamento e finì. Ci rimasi male», spiega a Elvira Serra. 58 anni, nata a Foggia, Luxuria ha scelto di non completare la transizione sessuale. E oggi dice che nella sua vita ha amato una sola donna: «Sara Slowey. La nostra era una relazione romantica, non abbiamo mai avuto un rapporto completo. Mi piaceva accarezzarla, baciarla, dormire abbracciati».
La storia
La storia con Sara Slowey comincia in una discoteca a Vasto: «Lei era inglese, molto femminile, seno abbondante, bionda, occhi azzurri, un carattere “maschile”. Per dire: mi si avvicinò e chiese se mi poteva offrire da bere. All’epoca ero un 17enne effeminato, esile, coi capelli lunghi. Mi raccontò di essere arrivata in Italia con le amiche in autostop: la sua indipendenza mi colpì». Con lei durò tantissimi anni: «Mi diceva: tu fai le tue storie, io le mie. Venne a Foggia e mia madre per un periodo pensò che non fossi gay. Quando andavo in Inghilterra, mi portava ai concerti, mi ha fatto fumare lei la prima canna. Purtroppo è mancata per un tumore: quando l’ho saputo ho pianto per giorni. Il figlio mi ha invitata al matrimonio. Sara mi ha insegnato la libertà, l’amore per la musica, per l’arte». Il primo amore gay fu invece un ferroviere di Foggia: «Mi voleva solo passiva, non mi toccava neanche».
Il politico di destra
Con lui ebbe il suo primo rapporto: «Quando tornavo a casa mi masturbavo ripensando al rapporto avuto». Dopo un compagno d’istituto. E il politico di destra: «Fosse stato per lui staremmo ancora insieme e ogni tanto mi lancia l’amo, ma io non voglio più fare l’amante: lui era sposato. Ed era incauto: una volta venne a casa al Pigneto con l’auto blu e la scorta. I ragazzi fuori con le birre nascosero subito le canne. Però ne ho un ricordo bellissimo: era galante, passionale, disponibile». Adesso però sta con Danilo: «Siamo una coppia aperta non praticante. Nel senso che ci piace pensare che potremmo avere altre storie, ma non le abbiamo». La relazione è iniziata due anni fa dopo una lunga conoscenza: «Non lo voglio chiamare fidanzamento». Danilo è un «omosessuale non integralista. Infatti è attratto da me, che sono transgender».
Coppia aperta non praticante
Il suo rapporto con Danilo lo definisce come quello di una coppia aperta non praticante. «Trovo che con lui sia una forma d’amore. Ci vediamo tutti i mesi. Mi manca quando non c’è. Mi fa piacere quando c’è. Siamo complementari». Ha 37 anni, ma ne dimostra meno: «Adesso mi tocca fare trattamenti laser per compensare il gap». Nei documenti, spiega, si chiama ancora Wladimiro Guadagno. «Potrei cambiare ma non gli ho mai dato importanza. Sono una non binaria ante litteram.
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