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Yemen, nuovo raid Usa contro gli Houthi. La Russia: «Un’aggressione ingiustificata»

13 Gennaio 2024 - 04:00 Redazione
houthi attacco usa
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La Reuters: obiettivo un sito radar. Il caso della Francia e della mancata firma al comunicato di sostegno degli alleati

Stanotte 13 gennaio gli Stati Uniti hanno lanciato un altro raid contro le forze Houthi dello Yemen dopo quello di ieri. Alcuni funzionari Usa hanno detto all’agenzia di stampa Reuters che l’obiettivo è stato un sito radar. L’infrastruttura viene definita un obiettivo chiave per fermare gli attacchi nel Mar Rosso. Ieri Joe Biden aveva avvertito della possibilità di nuovi raid se gli Houthi non avessero fermato gli attacchi contro le navi mercantili e militari nella zona. I testimoni hanno confermato le esplosioni nella basi militari vicino agli aeroporti della capitale Sana’a e nella terza città dello Yemen, Taiz. Oltre agli attacchi al principale porto yemenita nel Mar Rosso, Hodeidah, e in alcuni siti militari lungo la costa di Hajjah.

L’attacco

Il portavoce della Casa Bianca John Kirby ha detto che gli attacchi hanno preso di mira la capacità degli Houthi di immagazzinare, lanciare o telecomandare missili o droni, che il gruppo ha utilizzato negli ultimi mesi per colpire i cargo. I militari hanno parlato di 60 obiettivi colpiti in 28 siti. Cinque militari sono stati uccisi secondo gli Houthi, che hanno minacciato di continuare comunque i loro raid. Le riprese hanno mostrato anche manifestazioni di sostegno agli Houthi e slogan contro Israele e Stati Uniti. Il leader Mohammed Alial-Houthi ha accusato gli Usa di terrorismo. Joe Biden, la cui amministrazione aveva tolto gli Houthi dall’elenco delle organizzazioni terroristiche straniere del Dipartimento di Stato nel 2021, ha detto ai giornalisti che il movimento è fatto di terroristi. Anche i media dei ribelli hanno confermato gli attacchi di stanotte.

La Russia

Intanto nella notte la Russia ha denunciato la «palese aggressione» da parte di Usa e Regno Unito sul territorio dello Yemen. «Si tratta dell’aggressione armata di un gruppo di paesi contro un altro paese, e non ha nulla in comune con l’auto difesa», ha sostenuto l’ambasciatore all’Onu Vassily Nebenzia durante la riunione urgente del Consiglio di Sicurezza. Accusando gli angloamericani di aver violato l’articolo 2 della Carta Onu, ovvero quello che impegni gli stati membri ad astenersi dall’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica degli stati. Usa e Gran Bretagna hanno risposto che le azioni contro le basi militari dello Yemen sono state «necessarie, proporzionate, rispettose della legge internazionale e nell’esercizio del diritto all’autodifesa».

Francia, Italia, Spagna

Il quotidiano britannico Telegraph ha scritto che Francia, Italia e Spagna si sono rifiutati di partecipare all’attacco e anche di firmare una dichiarazione in sostegno. Il governo italiano ha in realtà pubblicato una dichiarazione di sostegno agli alleati, condannando gli attacchi degli Houthi alle navi commerciali. Un funzionario francese ha detto che Parigi temeva di perdere influenza nel suo ruolo di disinnesco delle tensioni tra Hezbollah e Israele. La dichiarazione è stata invece firmata da Germania, Danimarca, Paesi Bassi, Australia, Nuova Zelanda, Canada, Corea del Sud e Bahrein. I ribelli hanno minacciato vendetta contro i raid e l’organizzazione ha lanciato un missile anti-nave in risposta ai raid, come ha detto il generale dello stato maggiore Usa Douglas Sims precisando che il colpo è andato fuori bersaglio.

Foto copertina da: OsIntDefender su Twitter

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