In Evidenza Cop29Donald TrumpGoverno Meloni
ATTUALITÀAntitrustBaloccoBambiniChiara FerragniCodaconsInchiesteInfluencerLavoro e impresaModaMulteRicerca scientificaTruffeTumori

Caso Ferragni, Balocco: «Zucchero rosa, stencil e nastrino. Ecco perché il pandoro griffato costava di più»

14 Gennaio 2024 - 16:39 Redazione
L'azienda dolciaria ha inviato una lettera al Codacons per spiegare la differenza di prezzo con quelli "normali"

Sono gli «elementi peculiari», all’interno della confezione di pandoro griffato da Chiara Ferragni, a spiegare il costo del prodotto messo sul mercato da Balocco. A differenza di quelli «normali», venduti a 3,68 euro, quelli rosa dell’influencer costavano 9,37 euro. L’accordo sulla beneficenza all’ospedale pediatrico Regina Margherita, eseguita dalla Balocco indipendentemente dalle vendite del pandoro griffato, è costato all’influencer una multa dall’Antitrust per pratica commerciale scorretta e un’indagine per truffa aggravata a carico anche di Alessandra Balocco, presidente dell’azienda dolciaria. Il Codacons, che si occupa della vicenda, ha dichiarato di aver ricevuto una lettera in cui l’azienda attraverso i propri legali spiega le proprie ragioni e risponde alle 104 denunce presentate in altrettante procure dall’associazione dei consumatori. La differenza di prezzo – pari a 5,69 – è quindi dovuta ad elementi peculiari del pandoro Pink Christmas, quali «il nastro di chiusura, il sacchetto contenente il pandoro ed il cartone espositore personalizzati con la grafica su licenza, nonché una bustina di polvere rosa ed uno stencil in cartoncino alimentare da utilizzare per la decorazione del pandoro». Codacons ha pubblicato il documento inviato dall’azienda, non condividendone il contenuto: «Un rincaro di prezzo al pubblico del 154 per cento non è giustificato, una lettera che ha dell’incredibile», scrive l’associazione, chiedendo poi maggiori dettagli «circa i maggiori costi sostenuti per lo zucchero a velo rosa, per la grafica diversificata, per il nastro di chiusura». Balocco aggiunge che «né sulla confezione, né sul cartiglio, né tantomeno sul materiale espositivo erano presenti indicazioni relative alla destinazione di una percentuale del ricavato (o di un importo fisso) a favore della ricerca terapeutica», e quindi i consumatori non sarebbero stati condizionati nell’acquisto dall’operazione di beneficenza. Ma il Codacons insiste: «Non possiamo che prendere atto della decisione della Balocco di non voler separare le proprie responsabilità da quelle di Chiara Ferragni, e di farsi carico di tutti i comportamenti scorretti emersi nella vicenda del pandoro-gate. A questo punto agiremo formalmente verso l’azienda nelle opportune sedi civili e penali per far risarcire tutti gli utenti lesi dagli illeciti emersi».

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti