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Papa Francesco: «Ognuno ha il diritto di rimanere a casa e quello di emigrare. I migranti servono anche all’Italia che non fa figli» – I video

15 Gennaio 2024 - 08:42 Redazione
Il Pontefice parla per quasi un'ora nell'intervista di ieri con Fazio a Che Tempo Che Fa. Tra i temi: la guerra, i bambini, le possibili dimissioni. Ma anche il ritorno in Argentina e la benedizione delle coppie gay

Guerre, dimissioni, solitudine dall’incarico. Papa Francesco parla per quasi un’ora nell’intervista di ieri con Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa su Nove. C’è la guerra che lo preoccupa, i bambini, le possibili dimissioni che «sono una possibilità, non un desiderio». Ma c’è anche la possibilità di tornare in Argentina dove manca da dieci anni, la benedizione in chiesa alle coppie gay sulle quali la chiesa è divisa. E c’è il dramma dei migranti, la «crudeltà con cui vengono dal momento in cui escono dal proprio Paese, a quello in cui arrivano in Europa». Per il Pontefice, che ricorda la tragedia di Cutro – avvenuta nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023, «Ognuno ha il diritto di rimanere a casa, ma anche quello di emigrare». È vero che «in Europa ci sono cinque Paesi che ricevono più migranti degli altri: Cipro, Grecia, Malta, Italia e Spagna». A loro, dice il Papa, «Non chiudete le porte per favore». In alcuni di questi Paesi «le persone non fanno figli, ma hanno bisogno della manodopera».

«C’è un prezzo di solitudine che devi pagare»

♫Ci sono – continua Francesco – villaggi vuoti. Una una bella politica della migrazione ben pensata aiuta i Paesi sviluppati. Emigrare è un diritto e rimanere in patria è un altro diritto», conclude. Tra le tante domande, era attesa quella sulle benedizioni delle coppie gay: «C’è un prezzo di solitudine che devi pagare, a volte le decisioni non sono accettate». E difende la sua decisione: la Chiesa deve «benedire tutti, il Signore benedice tutti, tutti coloro che vengono, il Signore benedice tutti» però, poi, le persone «devono vedere la strada che gli indica il Signore. Noi – continua il Pontefice – dobbiamo aiutarli a trovare quella strada, non condannarli dall’inizio». Il Papa torna poi a ribadire che il dramma delle guerre è legato al commercio delle armi: «Si fanno le guerre per vendere le armi e per provare armi nuove».

La riforma della Chiesa

Perché è il commercio che rende di più. Ma l’escalation può essere pericolosa: «Ho paura», ammette il Papa, «che fine faremo? Come l’Arca di Noè?». Per Papa Francesco, inoltre, la riforma più importante da fare nella Chiesa è quella «dei cuori, per tutti i cristiani. Le strutture vanno conservate, cambiate, riformate secondo la finalità. E questo io – oso dire – che può anche essere una cosa meccanica – nel buon senso della parola – ma le strutture vanno sempre aggiornate, usiamo questa parola positiva: cambiare per aggiornare. Ma il cuore va riformato tutti i giorni, cambiare il cuore. Questo è un lavoro di tutti i giorni. Quando noi sentiamo nel cuore qualche cattiveria, l’invidia per esempio, quel vizio giallo, così mi piace chiamarlo, che rovina tutti i rapporti».

Il pentimento

E poi ancora: «Dobbiamo pentirci e cambiare il cuore continuamente e stare attenti a cosa succede nel mio cuore per cambiare. Cambiare e poi cambiare le strutture, le strutture vanno cambiate perché la storia va avanti. Le cose che andavano bene il secolo scorso adesso non vanno bene. Ma la vera libertà è cambiarle, perché non sono cose assolute in sé stesse ma relative al momento storico», conclude.

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