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Strage di Erba, Azouz Marzouk e la tesi del commando: «Rosa e Olindo due ingenui»

15 Gennaio 2024 - 22:40 Redazione
L'uomo che in quella strage perse il figlio Youssef e la moglie Raffaella Castagna, torna a sostenere la tesi innocentista sui coniugi Bazzi

Azouz Marzouk è sempre più convinto che non siano Olindo e Rosa Bazzi i colpevoli della strage di Erba, in cui l’11 dicembre 2006 sono state uccise quattro persone tra cui sua moglie e suo figlio. A “Farwest” su Rai3, Marzouk ha sostenuto che a uccidere le quattro vittime siano stati dei criminali professionisti, «persone capaci di uccidere». «Non sono stati quei due ingenui», dice l’uomo a proposito dei coniugi condannati in via definitiva all’ergastolo. In vista della discussione sull’istanza di revisione del processo, Marzouk si augura che «il primo marzo ci sarà una svolta, tanti elementi non portano a loro come assassini. Già durante il primo grado ho avuto dei dubbi, che poi ho ritrattato».

I primi dubbi

Nel 2008 Marzouk aveva sollevato i primi dubbi sulla colpevolezza di Rosa e Olindo Bazzi. Nel 2019 aveva anche presentato alla Procura generale di Milano una richiesta di prove con l’obiettivo di richiedere una revisione della sentenza di condanna per i coniugi Bazzi. Anche all’epoca Marzouk era sicuro che quella strage fosse stata opera di un commando. Quella istanza gli costò un processo per calunnia, visto che i due avevano confessato, per poi ritrattare. «Perché hanno confessato quando non sono stati loro?» si chiede di nuovo oggi Marzouk.

Le accuse sull’eredità

Dal processo milanese per calunnia, Marzouk uscì assolto. Ma il tribunale di Como lo ha poi condannato in primo grado per diffamazione ai danni dei cognati, Pietro e Beppe Castagna. Nei loro confronto aveva insinuato che la strage avesse un fine economico: «Indagate la famiglia, mio figlio Youssef conosceva l’assassino. Lo ha ucciso qualcuno vicino a mia moglie. Basta leggersi le carte per capire che qualcuno voleva l’eredità di mia moglie». Il giudice di Como condannò Marzouk a due anni, il doppio di quanto chiesto dalla procura.

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