In Evidenza Legge di bilancioOpen ArmsTony Effe
ATTUALITÀAccoltellamentiBresciaGiovaniInchiesteOmicidi

Omicidio Nuvolento, quando Raffaella uccise il marito Romano. Le urla del figlio registrate dopo il delitto: «Mamma no! Cosa hai fatto?»

16 Gennaio 2024 - 20:30 Redazione
Gli audio presenti nel cellulare dell'imputata sono stati fatti ascoltare in aula. Insieme alle chiamate al 112.

«Perché? Perché? Noooo, ti prego mamma nooooooooo. Cos’hai fattooooo? Ti prego mamma, È papà….E si sarebbe calmato anche stavolta, non mi avrebbe fatto niente». Le parole sono del 15enne, figlio di Raffaella Ragnoli, 57 anni, e Romano Fagoni, operaio di 59 anni. Si tratta di un audio, sentito in aula, e secondo quanto ricostruisce il Corriere della Sera, racconta gli attimi dopo in cui Raffaella ha accoltellato il marito nella loro villetta a Nuvolento, in provincia di Brescia. Raffaella oramai registrava ogni conversazione. «No – replica lei nell’audio al figlio – si sarebbe calmato solo fino alla prossima volta (…) ti ha puntato un coltello alla gola, ti ha minacciato di morte, e non era la prima volta. È da vent’anni che fa così, ha minacciato di morte anche me, poco fa, in camera da letto. Vent’anni di violenze psicologiche, adesso basta. Sei mio figlio, non potevo aspettare ancora: non posso aspettare che ti uccida. L’avrebbe fatto». E ancora. «Lui mi ha ucciso, mi ha rovinato la vita (…) Qua è legittima difesa, perché ho salvato te dalla morte».

Le chiamate al 112. «I miei genitori stanno litigando, si stanno facendo del male, venite»

Sono gli audio che raccontano quel tragico 28 gennaio scorso. Impressi sia nel cellulare di Ragnoli, che nelle chiamate del giovane al 112. Due per la precisione, alle 20.02 e alle 20.13. «I miei genitori stanno litigando, si stanno facendo del male, venite. Noooo, basta, bastaaaaa», si sente nella prima telefonata diffusa in aula. La sera del 29 gennaio «il padre e il ragazzo avevano avuto una discussione concitata» durante la quale Fagoni, appunto, gli avrebbe puntato un coltello da pasto. La moglie «sperava che nel telefono non ci fosse una traccia audio del momento dell’omicidio». La donna lo ha colpito con 24 ferite da taglio e altre 9 da punta e taglio, di cui due letali. Dell’uccisione non c’è traccia audio, ma appena prima del delitto e subito sì. Ed è quello che si chiedono nel processo in corso: perché l’imputata ha voluto registrare anche gli attimi dopo? A marzo la Corte ascolterà sia Raffaella Ragnoli che la figlia maggiore della coppia (vive da sola da anni). Quest’ultima, a differenza del fratello, non si sarebbe costituta parte civile.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti