Vittorio Feltri difende Selvaggia Lucarelli: «Non si può incolparla per il suicidio di Giovanna Pedretti»
Vittorio Feltri difende Selvaggia Lucarelli. Il giornalista e politico nella sua rubrica delle lettere sul Giornale risponde a una lettera di Francesca Fagomeni, che a sua volta difende l’influencer. Feltri replica prima mettendo le mani avanti: «Le antipatie personali possono offuscare le nostre capacità cognitive e per questo vanno messe da parte. Occorre analizzare i fatti con obiettività e razionalità. Ed è quello che io cerco di fare sempre». Poi dice che l’indagine per istigazione al suicidio è un «approfondimento giudiziario necessario e doveroso e da questo non discende assolutamente una incriminazione a carico di Lucarelli e partner», ovvero Lorenzo Biagiarelli.
Il tritacarne
Quindi continua: «Quello che viene contestato a Selvaggia è che ella è solita gettare nel tritacarne e dare in pasto alla gogna dei social network oggi questo e domani quel personaggio o individuo qualunque, il tutto senza farsi tanti scrupoli e mostrando addirittura una cattiveria che dà i brividi. Bene. È vero. Questo accade». Ma, spiega Feltri, «se qualcuno non regge tutto questo e si ammazza, la colpa non può essere attribuita a chi ha portato a galla un eventuale atto sconveniente, ingiusto, poco pulito, criticabile che la persona che si è suicidata ha compiuto. Se ammettessimo questa tesi, ossia se ritenessimo colpevole Lucarelli, la sua colpevolezza risiederebbe nell’avere svelato una sorta di inganno, ma questa non può essere considerata una colpa, non si tratta di un delitto, di un reato, di un crimine».
Non mi frega
Infine, conclude, «questa ristoratrice, questa donna, avrà pure compiuto un errore, questo ancora non si è capito, non lo so, ma ciò che so con certezza è che, qualsiasi errore ella abbia compiuto, non meritava comunque il linciaggio da parte dell’opinione pubblica, quella stessa opinione pubblica che ora sta linciando Selvaggia Lucarelli per avere linciato Giovanna Pedretti. Quella stessa opinione pubblica che è una sorta di mostro famelico, assetato costantemente di sangue. Come si resiste contro tutto questo? Io conosco un unico antichissimo rimedio che applico da sempre: non mi frega un fico secco di quello che si dice di me».
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